sabato 21 agosto 2010

Lo sfogo di un ex della Burgo


Sfogo di delusione di un cassaintegrato della ex Burgo sulla dinamica del lavoro nel comune di Marzabotto. Nell’area della ex Burgo è giunta una nuova azienda ma i posti di lavoro sono occupati dai lavoratori che vi si trasferiscono dallo stabilimento d’origine. “Ben vengano posti di lavoro come per il centro di riciclaggio creato a Lama di Reno”, scrive il cassaintegrato, “ però questo non ha assorbito alcun lavoratore ex dipendente Burgo. Ciò lascia immaginare quale riutilizzo della ex forza lavoro delle cartiere sia possibile. Alle chiacchiere ‘politiche’ e cioè ‘favole’, non credo più. Sono molto rammaricato per come è stata gestita la patata ‘Turbogas”, conclude. Il sindaco di Marzabotto Romano Franchi, dopo aver sottolineato che l’arrivo della ‘Turbogas’, che avrebbe dovuto sorgere nella area della ex Burgo, è stata bocciata dall’intero consiglio comunale alla unanimità, ha detto. “Si sta ancora lavorando per recuperare gli stabilimenti della ex Borgo dove troverà sede il Centro per la raccolta e trattamento di rifiuti come lavatrici e componenti elettroniche. Le assunzioni non sono ancora iniziate. Si ipotizzano 30 posti di lavoro che coinvolgeranno certamente anche i marzabottesi. Chiederemo alla direzione di dare priorità ai lavoratori in mobilità. Ci sono prospettive concrete anche per il riutilizzo della ex cartiera Reno de Medici sia come polo per la realizzazione di pannelli fotovoltaici innovativi sia grazie al progetto di portare a Marzabotto la ‘green economy’ per le iniziative utili al risparmio e al recupero energetico. Il progetto vede impegnati i comuni di Marzabotto e di Vergato. Si conta su nuovi posti di lavoro”. Il sindaco valuta poi i dati sull’occupazione a Marzabotto: “Gli inoccupati sono 386 di cui la metà ha meno di trenta anni per una percentuale del 5,8 % essendo i residenti circa 6.800. La percentuale provinciale è del 6,2 %. Ci sono poi altre 200 persone in cassa integrazione”.

2 commenti:

  1. Più che comprensibile lo stato d'animo di chi ha perso il lavoro, ma l'importante anche in situazioni tanto delicate è non perdere mai di vista le responsabilità che hanno prodotto questa situazione.
    La provincia di Bologna aveva tre cartiere e le ha perse tutte: difficile imputare questo gravissimo risultato alla amministrazione comunale attuale ed anche difficile pensare che la soluzione alla pesante situazione creatasi con queste chiusure possa essere cercata in turbogas o inceneritori come continuano a sostenere incomprensibilmente gli stessi sindacati, visto che come è noto queste attività producono di tutto fuorchè occupazione.

    RispondiElimina
  2. è una cosa indegna!
    Io ho lavorato alla cartiera del Maglio di Borgonuovo per parecchi anni e dopo la sua chiusura siamo stati completamente DIMENTICATI da istituzioni, sindacati, amministrazioni comunali ecc.
    Oltretutto mi fa una rabbia paurosa il fatto che pur abitando nel comune di Marzabotto (e,come me,anche altri ex colleghi), non siamo stati nemmeno presi in considerazione come possibili assunti presso la ricollocazione (Se mai ci sarà!) dello stabilimento Burgo! Solo perchè abbiamo lavorato in un'altra cartiera, non abbiamo gli stessi diritti di chi lavorava a Marzabotto,anche se ci abitiamo e paghiamo le tasse come tutti??? Invece di sembrare sempre il miglior sindaco di sempre, il signor Franchi dovrebbe interessarsi a TUTTI I PROBLEMI e non solo a quelli più immediati e visibili che possono garantire anche più popolarità tra gli elettori. è uno sfogo doveroso perchè alla fine nessuno sembra avere mai colpa di quello che succede: i sindaci non hanno colpa, i padroni non hanno colpa, i sindacati non hanno colpa! La colpa di chi è,allora? Di noi operai che siamo rimasti a casa?? Sento queste storie da due anni, ora mi sono davvero seccato!

    RispondiElimina