domenica 9 maggio 2010
Cade in motocicletta e 'falcia' quattro ciclisti.
Una bella domenica in sella della bicicletta per una salutare pedalata lungo la Futa si è risolta in un brutto incidente e con il trasporto in ospedale con l’elisoccorso per uno dei sei seguaci di Pantani e il ricovero per altri tre dei sei componenti della piccola comitiva. Ieri, intorno alle 11.30, i sei ciclisti stavano scendendo da Loiano verso Pianoro in fila indiana quando in senso inverso, in direzione Firenze, all’altezza della casa cantoniera di sant’Antonio, hanno incrociato la motocicletta del bolognese F.G. che stava salendo. Il centauro in una curva a sinistra ha perso il controllo della moto ed è caduto. La motocicletta ha continuato la sua corsa sull’asfalto e ha falciato 4 dei sei ciclisti portandoli a una caduta rovinosa. L’allarme è stato immediato e sul posto è giunto l’elisoccorso del 118 e due autoambulanze, i Carabinieri della stazione di Loiano e la Polizia municipale. La gravità dell’incidente è parsa evidente anche dai danni subiti alle biciclette alcune delle quali sono state spezzate in due. Il più grave dei quattro incidentati è risultato N.C. di Bologna che è stato ricoverato con codice due per pluritraumi. Nella stessa condizione anche M. B. anch’egli di Bologna, pure ricoverato all’ospedale. In struttura ospedaliera anche gli altri due incidentati con traumi meno gravi. Il codice identificativo per costoro era uno. Illesi gli altri due ciclisti, così come il pilota della motocicletta che ha rifiutato il ricovero per i controlli medici, opportuni in caso di caduta. “Erano tutti coscienti e nessuno è in pericolo di vita”, hanno tranquillizzato i soccorritori che non hanno comunque potuto dare una indicazione sulla possibile causa dell’incidente. Qualcuno ha ipotizzato che all’origine della perdita di controllo della motocicletta ci sia stato un animale che ha improvvisamente attraversato la strada sbucando dal lato della statale. Nel tentativo di evitare l’impatto con il selvatico, il motociclista avrebbe potuto d’istinto tentare una manovra risultata poi azzardata al punto da fargli perdere il controllo del suo mezzo e farlo cadere. Fra coloro che per primi sono giunti sul posto, Raimondo Colella, che risiede nelle vicinanze del luogo dell’incidente, il quale ha ricordato come gli incidenti sulla Futa siano frequenti: “Non ho assistito all’incidente di oggi ma posso testimoniare che la Futa ormai appare come un cimitero, per le lapidi che vi sono ai bordi e i caschi lasciati in ricordo. Troppo spesso la strada viene presa come un circuito e a volte l’imprudenza si trasforma in tragedia. Anche i ciclisti non sempre si comportano in modo corretto, ingombrando metà della carreggiata. Ciò è noto ma pare che in pochi vogliano cogliere quello che è ormai più di un avvertimento”.
Abito a pochi metri dal luogo dell'incidente e ho subito immaginato che fosse una cosa grave vista la presenza dell'elicottero.
RispondiEliminaNon credo alla teoria dell'animale sbucato all'improvviso ma all'alta velocità che questi "motociclisti" tengono lungo il tratto della Futa.
Questa strada è diventata una pista, ogni fine settimana è un bollettino di guerra, feriti quando và bene morti quando và molto male.
Ha ragione il signore quando dice che ogni curva porta i segni di questa guerra silenziosa, mazzi di fiori, caschi lasciati a ricordo, ma io mi domando quando veramente qualcuno che ne ha l'autorità ponga fine a questa strage.
Non sono contro i "motociclisti", sono contro quelli che usano la Futa come loro circuito privato mettendo in pericolo la loro viat e quella delle persone che circolano nel rispetto del codice stardale.