giovedì 29 aprile 2010

Gli agricoltori non vogliono ungulati nei campi


Agli agricoltori, i conti sul ‘problema ungulati’ non tornano e in quindici si sono rivolti a un legale. “Prima di tutto per capirci meglio in quel groviglio di leggi che regola la materia ungulati”, precisano Domenico Beghelli, Luca Campeggi, Patrizio Bolletti, Mauro Masina, Massimo Martelli, Fabio e Angelo Parazza. “E poi per una valutazione sui danni. Ci siamo accorti che se dovessimo essere risarciti, il conto che dovremmo presentare sarebbe di circa 160.000 euro e se tutti gli agricoltori dovessero essere indennizzati per il danno reale, qualcuno dovrebbe dichiarare bancarotta. Ma non vogliamo danni, vogliamo poter lavorare e raccogliere i frutti del nostro lavoro. Per questo, è assolutamente indispensabile che le leggi siano rispettate e che, dove è previsto che gli ungulati non ci siano o siano in un numero limitato, ciò sia vero nei fatti”. Gli agricoltori denunciano poi come un fallimento la sperimentazione dell’abbassamento della linea rossa a valle. La linea è il limite al di sotto del quale, essendovi colture di pregio e una urbanizzazione intensa, la presenza degli ungulati è esclusa dalle leggi e dai regolamenti. “ Questo controllo è affidato ai cacciatori”, precisano ancora gli agricoltori. “ L’esperienza vissuta dimostra però che le azioni messe in atto fino ad ora non hanno raggiunto nessuno degli obiettivi che si erano prefissate. Forse in questo ha un ruolo l’esigenza dei cacciatori di conservare un buon numero di animali utili per produrre i capi da cacciare ”, concludono.

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