Hanno setacciato i bauli di tutte le soffitte di Marzabotto. Hanno ripulito e riportato agli splendori originali gli abiti da sposa di mamme, zie e nonne e poi li hanno indossati con orgoglio e piena femminilità in una sfilata il giorno della festa della Donna nel cinema comunale. Il pubblico, preso dal clima festoso e di esaltazione dell’essere donna, ha sottolineato la serata con un applauso quasi continuo e con fischi di approvazione quando lo spettacolo superava l’ordinario. Lo straordinario apprezzamento ha stupito le emozionatissime organizzatrici, liberate da ogni timore dalle esternazioni di approvazione del pubblico. “L’idea di dare vita ad una sfilata di abiti da sposa d’epoca, ci balenava in testa già da un po’”, spiegano Manuela, Natascia e Catia. “Siamo un gruppo di amiche accomunate dalla passione degli abiti da sposa e non solo. Per tanto tempo abbiamo sognato di dare vita ad una sfilata e la manifestazione DonnaFiera ci ha permesso di passare dalle parole ai fatti. Un semplice passaparola ha fatto sì che venissero a bussarci alla porta, per farci dono del loro prezioso abito, donne di tutte le età, desiderose di ridare vita al loro sogno di tanti anni prima. E’ seguita un’affannosa ricerca di modelle che ‘entrassero’ in quegli abiti con vitini di ‘vespa’. Hanno partecipato alla selezione entusiasticamente figlie ed amiche delle appartenenti al nostro gruppetto”. Le tre organizzatrici hanno rimarcato anche le finalità che le hanno guidate: “Far vedere come è cambiata, negli anni, la figura della donna e la sua posizione pur valorizzandone gli aspetti irrinunciabili che la rendono unica e preziosa. Figlia, poi madre, poi nonna, lavoratrice, sia essa operaia oppure manager, comunque sempre impegnata socialmente e culturalmente”. E alla domanda cosa c’entra l’abito da sposa? hanno risposto: “Perché il matrimonio sembra comunque essere il naturale epilogo di ogni ‘favola’, antica o moderna, in Chiesa come in Municipio”. Roberta Neri, presidente dell’Associazione Mano Tesa ha aggiunto: “Per la prima volta è stata una festa della donna a 360°, non influenzata dalla politica, ma attenta alla cultura, alle tradizioni, alla donna quale soggetto componente di primo piano della comunità civile, lavorativa e famigliare. L’assessorato comunale, che ha affiancato l’organizzazione, è divenuto un punto di riferimento per l’intera comunità femminile”. L’ingresso al teatro era a offerta libera e la somma raccolta sarà devoluta all’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, A.I.R.C.
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