“E si apra ora una scuola di dialetto bolognese dove i nostri ragazzi possano ritrovare e fare propri i detti e la parlata che ha distinto e reso singolare l’essere bolognesi. Potremmo contare anche su una schiera di capacissimi professori e cioè tutti i nonni di Sasso Marconi”. La richiesta è del consigliere, per Sasso Libera, del comune di Sasso Marconi Marco Veronesi. Proposta formalizzata all’indomani della notizia dell’apertura di una scuola di lingua araba a Sasso Marconi, la cui nascita ha evidentemente colto di sorpresa. “Le finalità della scuola araba sono ben riassunte dal portavoce Ridha Benrejeb, che sostiene ‘sapere leggere e scrivere nella lingua araba consentirà ai nostri figlioli di mantenere un contatto diretto e vero con la nostra cultura d’origine’”, sottolinea poi Veronesi. “Noi lanciamo la proposta all’amministrazione di Sasso Marconi di organizzare anche lezioni di dialetto bolognese, sia scritto che parlato, con l’ausilio di tutti i nonni e le nonne della comunità sassese, che potrebbero prestare qualche ora del loro tempo all’insegnamento della lingua specifica di Bologna. Un insegnamento che dovrebbe vedere l’utilizzo di testi in lingua bolognese e che farebbe sì che le nuove generazioni possano conoscere la storia, le persone, i modi, gli usi e i costumi delle generazioni passate per farle proprie. Penso inoltre che l’insegnamento del bolognese nelle scuole o anche solo con corsi extrascolastici possa riavvicinare i giovani alle persone più anziane e ricreare quei legami familiari e sociali ultimamente sempre meno presenti”. Veronesi non manca anche di polemizzare con la presenza della scuola araba. “Una piccola osservazione va però fatta a Ridha poiché, non contento degli spazi che vengono concessi, richiede un ambiente ‘scolastico’ da cui ottenere ‘un’aula attrezzata che possa rendere possibile affiancare l’attività di apprendimento a tutte le attrezzature che la tecnologia moderna mette a disposizione’. Questo ‘spazio attrezzato’ il comune di Sasso Marconi lo mette già a disposizione e sono i locali della biblioteca comunale, con postazioni internet, sale di lettura, tavoli e libri. Qui però il testo base non è il Corano, usato, sembra, nella ‘scuola araba’”.
Credo che prima di ogni altra considerazione che potrebbe essere fatta sulla condivisibile aspirazione alla conservazione del valore dei dialetti, sarebbe quanto meno opportuno che ci si sforzasse di evitare usi strumentali di questo argomento, cominciando dal documentarsi almeno un pochino.
RispondiEliminaCi si accorgerebbe cosi subito che a Sasso Marconi, come in un qualsiasi altro luogo della nostra Provincia, si parlano dialetti e si utilizzano inflessioni anche molto diverse fra di loro.
Allora quale dialetto insegnamo? Quello Bolognese, quello di Sasso, quello di Marzabotto o quello di Vergato?
Dico questo non per una polemica che porterebbe la discussione al livello con cui è stata lanciata, ma bensi per significare che il tema è davvero importante e merita molto più rispetto di quanto appare da un utilizzo mirante unicamente a soddisfare i bisogni
di soggetti in cerca di visibilità.
Saluti e cordialità.
Dante Franchi