In Lambretta da Pontecchio Marconi al Polo Nord e ritorno. Giancarlo Nanni ricorda in questi giorni il più prestigioso tra i tanti raids che ha compiuto con la sia ‘ammiraglia’: il ‘raid marconiano’ che lo portò nel 1973 in soli 26 giorni a percorrere ben 13.475 chilometri dal mausoleo di Guglielmo Marconi fino a Vadsӧ, nel mare di Barents, per rendere omaggio al grande scienziato bolognese. “Fu un raid avventuroso” ricorda Nanni, “lungo strade deserte, fra montagne di neve e ghiaccio, in condizione di grave disagio, anche riguardo l’alimentazione perché le scorte di nonna Adalgisa dovevano bastare fino al ritorno”. Ce la fece e quando arrivò al mausoleo di Marconi, al termine della grande impresa, ad attenderlo c’erano autorità, la banda e tanta gente festante. L’arrivo fu trionfale e Nanni a bordo della sua attrezzatissima ‘Ammiraglia’, che nel 1993 ebbe il prestigioso riconoscimento di essere inserita nel guinnes dei primati come scooter più accessoriato del mondo, potè fare il giro d’onore. Sono circa seicento gli accessori che Nanni ha montato sulla Lambretta: circa 400 fanali e fanalini, una decina di sirene delle varie polizie europee, una sirena antirenne, vari motivi musicali in abbinamento a campane e campanelle, antenne telescopiche che portano in alto bandierine di tutta Europa, radio, un piccolo televisore, mangianastri, impianto di acqua corrente calda, impianto per farsi la doccia, rasoio elettrico, necessaire per fare caffè e pop corn, un piccolo bar sotto il sellino, un botticella di vino e tanti altri ammennicoli che ormai ne hanno portato il peso a sfiorare i quattro quintali. Quando raggiunse il cippo del Circolo Polare Artico, Nanni raccolse una bottiglietta di acqua che ha portato a Bologna e che nei giorni scorsi ha versato in una delle tanti sorgenti di Monzuno.
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