venerdì 17 luglio 2009

DAVIDE CRESTA


“Se solo avessi saputo che quella telefonata era l’ultima. Se solo avessi saputo che quella battuta era l’ultima, Che quella partita era l’ultima. Che quell’abbraccio era l’ultimo. Se solo avessi saputo, non ti avrei fatto andare a dormire.” Così termina la lettera di commiato degli amici di Davide Cresta recitata ai funerali del ragazzo trentunenne deceduto nel suo letto per ischemia cardiaca.

Il giovane aveva trascorso il pomeriggio in festa con gli amici. Poi aveva consumato una piacevole semplice cena sempre in compagnia. Infine si era coricato per ritornare al suo lavoro di operatore alle macchine utensili il giorno dopo. Nella notte i genitori Lidia e Alberto, si sono accorti che qualcosa non andava e hanno subito chiesto l’intervento del 118. Trasportato immediatamente all’ospedale, Davide vi è giunto già privo di vita.

La notizia del decesso ha percorso la valle del Reno come un’onda maligna, non voluta e gettato nello sconforto un’intera generazione.

Generazione che ha voluto abbracciare Davide nell’ultimo suo viaggio in un numero tale che non ha precedenti per una funzione religiosa. Ha voluto dare testimonianza tangibile che l’amicizia è un sentimento vivo, più forte ora che pare schiacciato da altri elementi esistenziali.

“Dicono che si possa misurare il bene che una persona ha fatto in vita , dal numero di persone che si riuniscono per ricordarlo. E se tanto mi da tanto, tu dovevi essere una persona che tanti amavano” recita ancora la lettera. “ Dicono che eri un ciclone quando arrivavi, con il tuo inconfondibile ‘ciao mitico’ in quella tua voce grossa da bravo ‘fortitudino’. Dicono che non hai mai negato un favore a nessuno . Mai negato un sorriso ad un amico. Una telefonata nel momento del bisogno. Dicono che eri sensibile . Che dietro quella parvenza di uomo forte , si nascondeva l’animo di un bambino. La fragilità delle persone più pure. Abbiamo detto e diremo un sacco di cose su di te. Tutte belle e tutte vere. E’ solo che già ci manchi e ci mancherai sempre”.

Anche don Dario Zanini dell’omelia ha rimarcato il grande valore dell’amicizia che assume nella sua espressione viva il rilievo del sacramento. “Davide era molto innamorato della montagna e dei ghiacciai che secondo uno scrittore russo sono ‘le cattedrali di Dio’”, ha ricordato il sacerdote.” Era solito frequentare con la sua ragazza il santuario di Boccadirio. Era molto solidale con atteggiamenti concreti di aiuto. Un esempio per tutti e rimpianto da molti”.

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