Nella foto: Bar Stefanelli di Vado
Forse il peggio è passato. I commercianti di Rioveggio e Vado continuano a risentire del difficile momento congiunturale, ma alcuni segnali fanno intendere che la risalita della china potrebbe essere già in corso.
Lo dice con una certa sicurezza Sabina, titolare del Bar Stefanelli di Vado. “Abbiamo risentito della crisi che ha portato a una diminuzione dei consumi. Ne risentiamo ancora. Abbiamo comunque registrato negli ultimi tempi una ripresa che ci fa ben sperare. Il peggio è forse già alle spalle”.
Maria Luisa Menzani titolare della Edicola Vado precisa che il suo servizio non ha registrato cali nei recenti periodi. “Ho una clientela affezionata che trova nel quotidiano un ottimo ‘amico’ capace di aprire una finestra sul mondo. Un amico che non tradiscono e che non tradisce”.
Chi denuncia una stasi è invece il merciaio Pietro Bartolotti il cui servizio, attivo dal 1956, fa ormai parte della storia di Vado: “Le nostre vendite sono assestate su un andamento lento e costante. Purtroppo si vendono sempre meno filati: ciò dimostra che non si ritorna al lavoro domestico anche per il recupero di capi di vestiario che necessitano di rammendo per ritornare utilizzabili al meglio”.
Per la cartoleria, profumeria e giocattoli ‘Il Cubo Magico’, Rosella Morelli precisa: “Nonostante la crisi non mi lamento. La vastità degli articoli di cui dispongo mi consente sempre di avere un settore commerciale richiesto”.
Marco Zanini che con i fratelli Patrizia e Lorenzo gestisce il bar e il distributore di carburante al centro di Rioveggio accetta ancora i pagamento in lire per la benzina e precisa: “Negli ultimi sei mesi abbiamo riscosso quasi 3 milioni delle vecchie e care lire. Questo ha alleggerito il conto di molti e ha ampliato la nostra vendita”.
Il tabaccaio Gianni Galliani aggiunge: “Andiamo abbastanza bene anche perché i gratta e vinci e le ricariche telefoniche sono articoli che non hanno risentito della crisi”. Ruggeri Marino, che con il figlio Loris gestisce la ferramenta di Rioveggio, giudica il momento commerciale di ‘attesa e stallo ’: “Il lavoro è un po’ calato anche perché molte imprese sono ferme o lavorano a ritmo ridotto. Ci difendiamo comunque grazie all’ampiezza dell’offerta commerciale”.
Emblematico del momento è il calzolaio Gino Zanini che, oltre ad avere una buona quantità di lavoro, non trova chi lo possa sostituire anche se vorrebbe insegnare la sua arte a un giovane che potesse rilevare la sua attività: “Lavoro ce ne sarebbe veramente molto. I tacchi alti delle scarpe delle signore sono una vera risorsa per i calzolai. Purtroppo però non si trova più neppure lo spago per cucire le scarpe”.
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