Sulla Bretella Reno-Setta si stanno riproponendo su scala locale le stesse parole d'ordine che i politici bi-partisan e i mass media hanno utilizzato per la TAV in Val di Susa. Si parla, senza senso del ridicolo, di “morte per marginalizzazione progressiva” del territorio se non la si farà, proprio mentre l'appennino soffre di una crisi occupazionale senza precedenti che nulla ha a che vedere con una (del tutto immaginaria) mancanza di infrastrutture – anzi che ha piuttosto radici nelle delocalizzazioni e nell'eccesso di mobilità delle merci. La bretella non salverà il nostro territorio come vogliono far credere PD-PDL e fiancheggiatori, ma ne aggraverà i punti di crisi. (I dati citati sono tratti dallo Studio di fattibilità commissionato da Provincia e Regione)
Val di Reno: Sei anni (previsti) di lavori (tra Vergato e Carbona) congestioneranno la viabilità ordinaria in modo insostenibile. Quelli saranno davvero anni di isolamento! Ma il problema più grave è un altro: col numero di abitanti di oggi (quasi 50.000 residenti nelle due valli considerati potenzialmente interessati all'opera) si stima un transito sulla bretella di 6.600 veicoli al giorno; per realizzare l'opera facendone accollare una parte dei costi a privati è necessario arrivare nel corso dei 50 anni successivi al transito di 63.000 veicoli/giorno. Di quanti abitanti avrebbe bisogno il nostro territorio per generare questo traffico decuplicato? Questa bretella è prima di tutto un cavallo di Troia per una cementificazione dell'Appennino spaventosamente insostenibile.
Grizzana-crinale: Basta andare nel Mugello e trovare intere montagne disseccate dalle gallerie della TAV: le falde precipitano in profondità. Grizzana, il cui sindaco è uno dei più entusiasti sostenitori della bretella, ritiene di aver vocazione turistica. Che turismo pensa di richiamare? Gli spettatori di una catastrofe ambientale? E non dimentichiamo che TAV e Variante di Valico hanno avuto molti più soldi per limitare o compensare i danni di quanti mai ne avrà la bretellina, sogno venefico di politicanti locali: che potrà mai succedere qui? Dicono che l'opera ha valore ambientale perché verranno filtrati i gas di scarico emessi in galleria - ci mancherebbe che non li filtrassero! - ma come può averlo se implica e auspica un aumento di 10 volte dei transiti automobilistici? E come smaltiranno i materiali di scavo delle gallerie?
Val di Setta: la Val di Setta è già attraversata per il lungo da Direttissima, Autosole storica e Variante di valico. Il carico di grandi opere che deve sostenere è spaventoso; Pian di Setta è una frazione inserita in un cantiere, la Puzzola e le zone limitrofe saranno, con un altro svincolo, un'isola tra le autostrade. Oppure, nell'altra ipotesi proposta dallo studio, un viadotto supererà il Setta e la SP 325 per innestarsi al casello “storico” dell'Autosole – sovrastando l'abitato di Rioveggio. Il torrente Setta, uno dei luoghi più belli che abbiamo avuto, già ora irreversibilmente sfregiato, sarà un rivolo tra piloni di cemento. Così si sacrifica l'economia possibile (il turismo per primo) all'economia immaginaria dei 63.000 transiti di veicoli al giorno.
La bretella vista dal treno: Per l'opera è prevista un'integrazione pubblica al pedaggio (pagato dall'utente) di 0.38-0.60 euro al Km, versata dagli enti promotori (che daranno comunque anche un contributo iniziale); lo studio ipotizza che in caso di traffico crescente il contributo pubblico diminuirà (e in caso di traffico calante? A questa domanda che risposta danno i sostenitori?). Provincia e Regione sono gli stessi enti che dovrebbero rendere funzionante e competitivo il trasporto pubblico: con che convinzione lo faranno, se sono intrappolati in un meccanismo grazie al quale hanno convenienza di bilancio a farci usare di più la macchina? Utenti del treno, questa bretella è anche contro di voi.
La bretella vista attraverso il parabrezza: chi vuole gettare fondi pubblici in quest'opera ha visto lo stato delle nostre strade, e in particolare delle indispensabili Provinciali? Le frane si accumulano in modo devastante e costosissimo per il ripristino. Che giri tortuosi dovremo fare per giungere alla bretella, se la viabilità locale è così spesso inagibile – e se i soldi per gli interventi di mobilità finiranno nel tunnel? Automobilisti, siete sicuri che questa bretella sia un regalo per voi?
Tiziano LORETI : candidato Presidente della Provincia
Wolf M.R. BUKOWSKI : candidato per il collegio GRIZZANA – VERGATO – CASTEL D'AIANO – SAVIGNO – CASTELLO DI SERRAVALLE – MONTEVEGLIO - BAZZANO
Se si vuole far rinascere la valle del reno, bisogna poter arrivare da Bologna a Porretta in mezz'ora. Sia in treno che in strada. 68.000 automobili forse non ci saranno durante la settimana, ma con un turismo sviluppato forse potranno esserci nei week-end. E' un dato di fatto che nei fine settimana la porrettana è impraticabile e secondo me tanti desistono dall'avventurarsi per via del traffico. La bretella è fondamentale. Sia per i pendolari che per i turisti. Qualche decennio fa si è persa l'occasione di poter fare una nuova porrettana a due corsie per senso di marcia. non perdiamo anche quest'altra.
RispondiEliminaEcco, ora facciamo un bel turismo mordi e fuggi tipo turismificio da hard-discount e vediamo che bel lavoro diamo in valle.
RispondiEliminaCon il bel particolato le aziende agricole biologiche chiuderanno, andranno da Carrefour a Casalecchio a comprarsi i pelati cinesi. Però in mezzora, eccezzionale, bellissimo.
I turisti che proveranno ad avere la camera_con_vista_porrettana_veloce, non avranno neppure l'acqua per farsi la doccia.
Perché la porrettana è impraticabile?
Perché questi sindaci sviluppisti PDL e PDmenoL della betoniera hanno intruppato decine di migliaia di poveri cristi condannandoli a passare fino a 3h al giorno della propria vita in auto per ritornare, a decine di migliaia, a lavorare nella fascia pedemontana.
Perché hanno eliminato il trasporto merci su ferrovia e dissipato in progetti balzani le poche risorse che ci sarebbero per uno scalo intermodale ferroviario a casse mobili come si fa in paesi notoriamente trogloditi tipo Svizzera e Austria, a servizio della valle.
Piccoli artigiani e i commercianti ci chiedono come favorirli.
Ecco, apriamo un buco nell'acqua, così i residenti andranno a fare la spesa dell'acqua Levissima o la fettina di porco belga, viaggiata su TIR porrettana compresa, ce n'è bisogno, è troppo vuota) negli iper super mega della conurbazione felsinea e verranno a lavorare in giornate le imprese del Veneto.
Oh, tutto più veloce però.
Quando il gasolio sarà a 5€ al litro , ci coltiveremo gli champignon della bretella.
Anzi no, per quelli, serve l'acqua. Troppo tardi.
Voi proponete la porrettana veloce.
Noi proponiamo i piani paesistici, la bandiera arancione del TCI, un territorio di qualità, visto che nessuno si sogna di fare il turista tra orripilanti capannoni vuoti e svincoli autostradali.
Proponete pure il turismo mordi e fuggi di sciatori al Corno senza neve, noi preferiamo avere acqua per fara agricultura biologica e di eccellenza e agriturismo di qualità (o turismo rurale).
La bretella è sicuramente fondamentale per i costruttori e per peggiorare più rapidamente.
Sono d'accordo.
Rispondo ai toni pacatamente aggressivi del commento, dicendo che ormai i paesi della valle del reno sono sempre più paesi-dormitorio. Si lavora tutti nei pressi di Bologna. Per uno che 200-250 giorni all'anno deve fare su e giù la bretella è una salvezza.
RispondiEliminaRiguardo alle falde, le visioni di Corno senza neve, contadini senz'acqua penso che siano espressioni un po' esagerate di una visione catastrofista della faccenda.
Concludo dicendo che per fortuna (o purtroppo...) siamo in democrazia e stando alle regole della democrazia, dovrebbe essere la maggioranza che decide se è meglio salvaguardare le falde, mandare tutti anziché in ufficio a Bologna, alla Puzzola, a fare i contadini biologici. Oppure continuare a mandarli a Bologna, ma con la bretella. E' indubbio che una decisione va presa e anche in fretta.
In ogni caso io lo chiederei agli abitanti della valle del reno da Vergato in su. E nel caso sia sfuggita, questi si stanno già organizzando inviando delle cartoline alla regione e alla provincia con la dicitura "senza la bretella siamo in braghe di tela". Tutte nominative e firmate.
Comunque concordo pienamente sul rilanciare il trasporto merci su rotaia, visto che di notte la ferrovia porrettana è inutilizzata...
Caro Gi, la bretella non ha senso per un semplice motivo matematico:
RispondiElimina1) Andare da Bologna a Porretta in 1/2 ora vuol dire percorrere 60 km in 30 minuti ad una media di 120 km/h: ci si riesce solo con un'Autostrada vera.
Se poi contate che se si passa da Rioveggio con una bretella di 8/10 km aggiuntivi, portando i km a 70: la media dovrebbe crescere a ben 140 km/h, e non stiamo parlando di velocità di punta, ma di M-E-D-I-A, signori.
Su una strada come la porrettana magari rettificata una media decente raggiungibile senza rischi è di massimo 75km/h: cioè Bologna-Porretta in 48 minuti sul tracciato attuale, rettificato pero', che tra curve e resto viene il voltastomaco.
A quel punto molto meglio il treno che ora ci mette 1h10' e ti porta in centro a Bologna: se si potesse raddoppiare la tratta fino a Marzabotto i tempi calerebbero probabilmente ad un'ora.
Lì van spesi i denari della bretella: raddoppiare la ferrovia tra Casalecchio e Marzabotto.
Alb
Cesare,
RispondiEliminanon è che il turismo mordi e fuggi sia una cosa odierna: la porrettana è ferma in coda alla domenica già dagli anni '70.
Le code sotto Vergato sono una simpatica consuetudine sin da quando il sottoscritto aveva 7/8 anni e dalla terrazza della casa dei nonni a Marzabotto si divertiva a fare il conto della auto che passavano la domenica sera.
Il turismo del fine settimana c'è sempre stato, causa la proliferazione delle seconde case nella parte alta della valle, e chi va a farsi il "W.E. ciappinistico" nella casetta di Gaggio Montano o d'inverno va a sciare al Corno di certo non si tira dietro in treno sega, martello e compensato: ci va in auto. Quello dalla strada non lo tiri via.
La porrettana non deve assolutamente diventare un'autostrada, ma sistemata in alcuni punti critici eresa scorrevole sì.
1) Un bypass per Vergato, che con i suoi 2 semafori sgalfi genera code di chilometri.
2) La sistemazione della tratta Marano-Silla, già in corso.
3) Il bypass di Casalecchio, qui si potrebbe già partire con una prima tranche con i lavori utilizzando i 150 milioni che sono già stanziati, ma si attende di arrivare a 210, nel frattempo i prezzi aumentano... quando arriveranno gli altri 60 il costo sarà andato a 250.
3) (non ancora necessario ma che sarebbe stato da fare sin da subito) L'ampliamento della tratta Borgonuovo-Sasso Marconi a 2 corsie per senso di marcia della nuova porrettana aperta 2 anni orsono. Lo spazio ci sarebbe stato e non lo si è fatto, ed è stata una boiata progettuale non farlo subito: una volta spostato il traffico su di essa non riuscirà a reggerlo e anche lì si faranno massimo i 50 di media.
Servizio merci su rotaia: ma quali casse mobili? Quale intermodalità? Quale azienda medio-piccola nella Valle del Reno spedirebbe mai più di qualche scatolone per volta per ferrovia?
Il servizio spedizione merci a pacco sarebbe l'ideale, ma "TreniTaglia" ha sistematicamente disabilitato tutti gli scali merci lungo tutta la linea.
Non c'è più nulla dal 1994-95, quando esisteva una sola traccia-orario per un treno di legna al giorno per la Cartiera di Marzabotto, poi passato su TIR ...poi chiuse tutte le cartiere, fine del trasporto merci.
Tale servizio avrebbe dovuto prenderelo a mano atc (ora FER) con materiale rotabile proprio, ma se andiamo a vedere coas riescono a fare in FER sulla Bologna-Vignola c'è da mettersi le mani nei capelli: hanno elettrificato da zero l'intera linea e non hanno un treno elettrico che funzioni, anzi, hanno appena acquistato nuovi treni diesel.
Qui basterebbe una traccia oraria A+R che coprisse l'intera linea da Porretta a Bologna effettuata con un localino e 3/4 carri al massimo, con abbonamento agevolato per le aziende della valle e una convenzione con un corriere a Bologna.
Ma poi dove li scarichi e travasi i pacchi, che la sede della Poste in BO centrale è stata dismessa e per imboccare la porrettana a Bologna proveniendo dallo scalo di San Donato occorre fare lo slalom tra gli Eurostar?
La struttura è stata spianata a zero, e per il trasporto merci locali su rotaia sulla Porrettana non c'è più speranza.
Beh, è vero, un primo buon risultato, si potrebbe ottenere bypassando Vergato, ma soprattutto il nodo di Casalecchio e forse anche Sasso. "Smussare" poi qualche punto, indubbiamente agevolerebbe un bel po'...
RispondiEliminaQuello che però non capisco è perché lo "stradone" da Carbona a Marano, l'hanno fatto di quella misura ibrida, tale per cui è troppo larga per essere ad una corsia e troppo stretta per essere a due? Sarà così anche da Marano a Silla?