sabato 28 febbraio 2009

RAPINA AL BARRUMBA


Si sono nascosti nello scantinato del bar Barrumba, dove si trovano i bagni e i magazzini, hanno aspettato che il rumore della serranda in movimento annunciasse la chiusura del servizio e quindi l’assenza di clienti, sono usciti dal nascondiglio e armati di coltello hanno prima affrontato il barista, Michele Beccari, minacciandolo con le armi, poi a calci e a pugni l’hanno scaraventato giù per le scale che portano allo scantinato e qui lo hanno chiuso nel bagno.

Quindi sono risaliti sul piano del bar e con tutta calma hanno rovistato l’intero piano alla ricerca di contanti. Protagonisti della violenta rapina, due nordafricani, si presume di nazionalità tunisina. Certamente extracomunitari, ha precisato il rapinato. La rapina ha avuto inizio intorno alla mezzanotte e è terminata circa alle due.

I due malviventi hanno aperto, senza forzarla la cassa, hanno poi setacciato ogni parte delle scansie alla ricerca di contanti, “Hanno persino aperto le buste dello zucchero”, precisa la titolare del bar , Ester Ventura (nella foto). “Ma non hanno trovato altro che il contante che vi era nella cassa. Erano evidentemente del mestiere perché non hanno neppure tentato di aprire i contenitori di monete dei giochi. Sapevano che l’operazione in loco è difficilissima se non impossibile. Abbiamo valutato il danno intorno ai 4.000 euro. Ma al di là del danno dobbiamo dire di essere stati fortunati poiché nel ruzzolare lungo le scale fortunatamente Michele non ha battuto il capo sugli spigoli degli scalini. La violenza con cui è stato trattato poteva creargli danni più seri. E’ comunque stato ricoverano con il naso rotto, grosse ecchimosi al volto e ferite in tutto il corpo”.

Finito il lavoro di scrupolosa ricerca, i due rapinatori sono usciti, hanno abbassato la saracinesca fino a terra, hanno chiuso con le chiavi (avevano visto dove erano finite quando hanno assalito il barista) e le hanno gettate a terra. Quindi si sono allontanati. Michele, resosi conto che i due avevano lasciato libero il campo, ha sfondato la porta della sua prigione a calci, è salito e ha chiamato il 112.

L’intervento dei Carabinieri è stato solerte ma i due avevano ormai fatto perdere le loro tracce agevolati anche dal buio della notte. Hanno però trovato le chiavi, liberato Michele e provveduto al suo ricovero all’ospedale Maggiore. Qui è stato curato per il naso rotto e i medici hanno verificato che i danni gravi si limitavano al volto.

La rapina ha destato molto scalpore, anche perché di furti a Sasso Marconi ne erano avvenuti altri, ma mai con azioni così violente. Ne ha persino parlato il parroco dall’altare mettendo in risalto il deterioramento sociale in atto.

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