giovedì 15 gennaio 2009

Discorso di Valter Cardi alla fiaccolata di Marzabotto per la Pace


Fiaccolata per La Pace

In questa serata, seppure fredda, siamo in questa piazza per lanciare da Marzabotto un forte, ASSORDANTE appello di pace al mondo intero.

E in particolare ad Israele e alla striscia di Gaza ai Palestinesi

Abbiamo la consapevolezza che l’impegno per debellare qualsiasi conflitto dovrà essere costante, che la ricerca della pace richiederà uno sforzo continuo, e a questo impegno, ancora una volta Marzabotto non vuole sottrarsi, anche perché in tutti questi anni non è mai venuto meno il nostro grande senso di responsabilità nella ricerca costante di pace.

È indispensabile rivolgerci alle giovani generazioni dei nostri territori, della nostra provincia, della Regione, del mondo intero, e lo volgiamo fare anche attraverso la Provincia di Bologna, che in questo ultimo anno, ha stretto attraverso un progetto, una forte sinergia tra le politiche di pace e le politiche giovanili.

Vorremmo che tutto ciò continuasse ed essere un’azione concreta, attraverso contenuti mirati e una efficace inesauribile azione per la pace.

Il Progetto in corso per l’anno 2009 “ Segnali di pace “ deve essere il tema sul quale i giovani, potranno e dovranno dare il meglio di se stessi per fare sviluppare nelle coscienze quell’ideale di pace , indispensabile fondamentale per tutti noi.

Perché ogni donna, ogni uomo di pace sa, che un successo in questo senso significherà salvare innumerevoli vite e compiere un primo passo verso il ritorno alla normalità di un popolo.

Oggi come ieri, domani, sempre, più che mai abbiamo bisogno della Pace e il dovere di Israele è quello di scegliere subito ora il cessate il fuoco e attivare la diplomazia per risolvere le questioni etniche e religiose in quella striscia di mondo.

E voglio rivolgere anche all’Iran l’appello di non fornire più armi e materiale bellico per alimentare un conflitto etnico religioso in quell’area e in altre aree del mondo.

Basta odio, basta guerre, basta egoismi, basta speculazioni sulle popolazioni più povere di questo pianeta.

Ci rivolgiamo all’ONU, la sua storia è segnata da uno sforzo continuo per garantire la pace e la stabilità, una storia fatta di successi e di dolorose sconfitte.

All’Onu chiediamo di mettere in campo ogni azione politica, democratica, forte e necessaria, determinata a sconfiggere ogni focolaio di guerra in ogni parte del mondo.

Tutti noi siamo consapevoli del fatto che, finché non vi sarà giustizia, finché interi popoli continueranno a vivere nella povertà e nella paura, la pace non sarà mai duratura.

Bisogna avere il coraggio e la determinazione di affermare che la pace la si può, la si deve raggiungere, anche attraverso un dialogo e un confronto politico e democratico con Hamas con i Palestinesi.

È ormai tempo che i due popoli riconoscano reciprocamente la loro sovranità nazionale.

Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questo massacro di uomini, donne, bambini, che riportano alla mente di tutti noi, il sacrificio e l’orrore della strage compiuta qui a Marzabotto di 64 anni fa. (la ora 951 morti)

Oggi purtroppo la nostra orribile tragedia si sta ripetendo a Gaza, così come si sta ripetendo in troppe altre parti del mondo.

Da questa piazza quindi lanciamo un grido forte: Fermiamoli! Fermatevi!

Oggi le guerre si intrecciano con il traffico di armi, la tratta di esseri umani e di risorse naturali, avviando una spirale che combina odi etnici, difesa dei confini e rivendicazioni ideologiche legate al profitto.

La speranza di trovare risposte durature alle grandi crisi è riposta in coloro che sapranno creare consenso, tracciare percorsi di dialogo e suscitare la reazione della comunità internazionale.

Nelle Nazioni Unite vediamo queste donne e questi uomini, vediamo quanto anche il carisma dei singoli è essenziale nel muovere delicati equilibri e spingere i Paesi verso la soluzione del conflitto.

Nel terzo millennio purtroppo la cultura della pace nonostante la globalizzazione non ha dato quei risultati sperati che tutti noi avremmo voluto.

Quando un bambino muore, il grido delle madri della terra, si alza disperato, perché i nostri figli, sono la vita, sono la speranza, sono il futuro per noi, per il nostro paese e per tutta l'umanità intera.

E noi, in questa piazza, in silenzio, anche se tutto è lontano, fermiamoci e troviamo il coraggio di ascoltare il rumore della guerra e l’eco del dolore. Lo sentiremmo che arriva fino qui, dalla striscia di Gaza, così come da ogni altra striscia di Gaza del mondo. E qui, da Marzabotto, dall’Italia, si levi un grido solo: Pace e Vita.

Cardi

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