Crescono le prescrizioni tra bambini e adolescenti, soprattutto nella fascia 12-17 anni. L’Aifa: “Prioritaria la tutela della salute mentale dei più giovani”
Help Consumatori denuncia:
Negli ultimi dieci anni l’uso di psicofarmaci in età pediatrica è più che raddoppiato in Italia. È quanto emerge dal Rapporto OsMed 2024 sull’uso dei medicinali, pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). La tendenza, che rispecchia un andamento osservato a livello mondiale dopo la pandemia di Covid-19, riguarda in particolare la fascia d’età 12-17 anni, dove si registra il livello più alto di consumo.
“L’aumento delle prescrizioni di
psicofarmaci fra i più giovani sottolinea quanto sia prioritaria la tutela
della salute mentale di bambini e adolescenti”, ha dichiarato il presidente di
Aifa, Robert Nisticò.
Nel 2024 circa 4,6 milioni di bambini e adolescenti
– pari al 50,9%
della popolazione pediatrica italiana – hanno ricevuto almeno una prescrizione
farmaceutica, con una leggera prevalenza tra i maschi (51,9%) rispetto alle
femmine (49,9%).
Gli antinfettivi per uso sistemico restano la categoria più
prescritta, seguiti dai farmaci dell’apparato respiratorio e dai preparati
ormonali sistemici. Al quarto posto si collocano i farmaci del sistema nervoso centrale – antiepilettici,
antipsicotici, antidepressivi e psicostimolanti – che rappresentano l’8% del totale delle prescrizioni
pediatriche, in aumento del 4,1% rispetto
al 2023.
La prevalenza d’uso degli
psicofarmaci è passata da 0,26% nel 2016
(20,6 confezioni ogni 1000 bambini) a 0,57%
nel 2024 (59,3 confezioni ogni 1000). L’incremento riguarda in
particolare antipsicotici, antidepressivi
e farmaci per il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
Il
consumo cresce con l’età, fino a raggiungere il massimo nella fascia 12-17 anni, dove si rilevano 129,1 confezioni ogni 1000 ragazzi e una
prevalenza dell’1,17%.
Nonostante
l’aumento, l’Italia mantiene livelli più bassi rispetto ad altri Paesi. Nel
2024 la prescrizione di psicofarmaci nella popolazione pediatrica italiana si
attesta allo 0,57%, dato raddoppiato rispetto al 2020 (0,30%), ma
ancora distante da quello di altre nazioni europee ed extraeuropee: 1,61% in Francia e oltre il 24% negli Stati Uniti.
Secondo l’Aifa, l’aumento osservato è
“in parte legato alle conseguenze dell’emergenza pandemica sulla salute mentale
dei più giovani”, ma rimane sotto la soglia dei principali Paesi
industrializzati.

Ma vah... che notizia confortante
RispondiEliminaSi sapeva da tempo. Questa notizia circolava da mesi. Ora il perchè viene pubblicata su questo Blog, attento ai problemi e alle valli del reno, rimane un mistero. Torniamo ai tempi del Covid e relative problematiche che ha frammentato l'Italia.
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