sabato 18 gennaio 2020

Frana di Val di Setta a Gardelletta, una grave sofferenza per l’Appennino bolognese.

Nicolò Melossi: “Intollerabile l’immutabilità della situazione da quasi un anno. Si intervenga con celerità”
Località divise da una montagna di materiale franata nel fiume che ha interdetto la principale via di comunicazione tra esse e di queste da e verso Bologna.
 
Danni all’economia locale ed all’immagine del territorio, dilatazione dei tempi di viaggio  ed aumento dei rischi alla sicurezza stradale per i comuni di Marzabotto, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, Castiglione dei Pepoli ed anche  Camugnano.
 
Lo rileva Nicolò Malossi, candidato in Consiglio Regionale per la Lega, che aggiunge:
 
“Grave sofferenza sotto tutti i profili per l’Appennino Bolognese. Si intervenga subito con importanti opere e soluzioni, intollerabile l’immutabilità della situazione da quasi un anno”.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Se il Sig. Melossi avesse minimamente seguito l'iter post frana, sarebbe al corrente del fatto che da subito si è operato per mettere in sicurezza l'alveo del Torrente, saprebbe se avesse partecipato alle riunioni, che ben oltre 100.000€ sono stati spesi da Regione e Città Metropolitana per opere di carotaggi e screening earth, saprebbe che ci sono diverse soluzioni al vaglio e studi di fattibilità.
Ma soprattutto dovrebbe sapere, che nessun geologo, darebbe il nulla osta per inizio lavori, finché non si abbia la certezza strumentale che la frana si sia completamente arrestata, ed essendoci una faglia questo non è ancora successo.
Poi se si vuole fare becera propaganda, illudendo qualche sfortunato abitante colpito dal disagio, che votando bene il 27 gennaio la Val dì Setta è riparata avanti pure, ci siamo abituati....

Anonimo ha detto...

No, no, il sig. Malossi ha ragione, infatti se si avesse coscienza dei disagi della popolazione, almeno la possibilità di usare l'autostrada in maniera gratuita da Rioveggio a Sasso marconi, sarebbe già stato fatto, come al solito sempre solo promesse fatte a persone troppo invisibili. Da un anno nessuno risolve.

Anonimo ha detto...

Se l'anonimo delle 9:24 si fosse firmato con nome e cognome , qualificandosi come "tecnico " sarebbe stato credibile; invece ha sollevato ben più di un sorriso di commiserazione per la sequela di paroloni di cui non conosce il significato e che tendono a buttare fumo negli occhi dei lettori! Temo che la " becera propaganda " la faccia la sinistra, come sua abitudine e penso che gli elettori questa volta ci penseranno bene, anche quelli che non hanno fatto studi di geologia !!!

Anonimo ha detto...

L'anonimo delle 9:24,ha semplicemente fatto una didascalia di ciò che è stato fatto in questi mesi per trovare un rimedio al problema, con collaborazione di giunte di destra e di sinistra unite.
La sequela (elenco di fatti fastidiosi o negativi) di paroloni di cui parla l'anonimo 16:38 (quello che chiede agli altri di uscire dall'anonimato bellissimo!) che c'entra???
Gli insulti più o meno velati, li trovo sgradevoli, credo e spero su questo blog non siano vietate le risposte punto su punto nel merito di quanto scritto.
D'accordo invece con l'anonimo che sollecita autostrada gratuita nel tratto, cosa che dx e sx uniti hanno fatto purtroppo senza risultati per ora.

Anonimo ha detto...

Non vi daranno mai il pedaggio gratis, proprio ora che con la provinciale interrotta si ritrovano nuovi clienti paganti in più.

Anonimo ha detto...

Tanto per far capire che aria tira, in Spagna Abertis ha addirittura chiesto allo Stato risarcimenti ultramilionari per il fatto che la manutenzione delle strade locali alternative li danneggia e provoca minori introiti sui pedaggi:

(...)
Tira decisamente una brutta aria sui concessionari: Abertis lo scorso luglio si era vista respingere dal Tribunale Supremo di Madrid il ricorso col quale chiedeva allo Stato un cospicuo risarcimento di 785 milioni di euro.

A dire del concessionario, la costruzione di arterie lungo il sistema viario parallelo alle autostrade, in particolare attorno alla AP-7, e una più accurata manutenzione di strade alternative avrebbero danneggiato il gestore privato limitandone i guadagni.

Come dire, si è rivendicato in giudizio il diritto a fare terra bruciata intorno a una rete pubblica gestita da privati.
Un atteggiamento arrogante che non ha trovato ingresso nelle aule di giustizia; anzi il Supremo ha sottolineato come era dovere dello Stato migliorare il sistema nell’interesse dei cittadini, svuotando così il ragionamento di Abertis fondato sulla pretesa che infrastrutture prossime ai circa 500 chilometri di autostrada concessa alla società non andavano potenziate o, chissà, dovevano essere lasciate lì a deperire.
(...)

(da: ilfattoquotidiano.it)