lunedì 31 ottobre 2022

Covid: 1.351 casi in Emilia Romagna, stabili ricoveri nelle intensive

Crescono i pazienti negli altri reparti. Cinque i morti. In Azienda USL di Bologna 159 nuovi contagi.

In Emilia-Romagna si sono registrati altri 1.351 positivi, su un totale di 6.286 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore.

I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive sono 36 (+1 rispetto a ieri, pari al +2,9%), mentre per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 1.159 (+37 rispetto a ieri, +3,3%).

I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 34.354 (-2.054). Le persone guarite sono 3.400 in più rispetto a ieri. I morti sono cinque.

In Azienda USL di Bologna 159 nuovi contagi. Tra i 159 nuovi casi di positività nel bolognese, 2 hanno effettuato il tampone per presenza di sintomi, mentre per i restanti 157 casi sono in corso le indagini epidemiologiche. 5 casi sono riconducibili a focolai, mentre i restanti 154 nuovi casi sono sporadici. Nessun caso è stato importato da altre regioni, nè dall’estero.

Rientra l'allerta smog in Emilia-Romagna

Le misure non sono più attive in tutte le province


Rientra l'allerta smog in tutte le province dell'Emilia-Romagna.

Lo certifica il bollettino di Arpae: le limitazioni alla circolazione per i veicoli più inquinanti (fino a diesel euro 4) nei comuni Pair e gli altri provvedimenti emergenziali, non saranno più attivi a partire da martedì primo novembre. (ANSA)

Sei automobilisti denunciati e un passeggero arrestato nei controlli alla circolazione stradale dei Carabinieri.

Fra i denunciati anche un residente a Castiglione dei Pepoli trovato positivo all’alcol test

 

In manette per droga il passeggero di un’automobile controllata dai Carabinieri durante un posto di controllo all’altezza di Porta Lame. Il passeggero, 25enne italiano, domiciliato a Bologna, è stato trovato in possesso di alcuni grammi di una sostanza chimica, meglio conosciuta come “droga dello stupro”, mentre un altro passeggero dello stesso veicolo, 36enne italiano, è stato trovato in possesso di un paio di pasticche di metanfetamina. Quest’ultimo è stato segnalato alla Prefettura di Bologna per uso di sostanze stupefacenti, mentre il 25enne, sottoposto a una perquisizione domiciliare, è stato arrestato perché deteneva anche un bilancino di precisione. Su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna il 25enne è stato sottoposto agli arresti domiciliari, in attesa del giudizio direttissimo. Sempre in città, i Carabinieri della Stazione Bologna Corticella hanno denunciato quattro automobilisti italiani, un 50enne, un 29enne, un 27enne e un 24enne che si erano messi alla guida con valori alcolemici superiori ai limiti di legge.

Stessa dinamica accaduta a Castiglione dei Pepoli  e San Lazzaro di Savena), dove i Carabinieri  hanno denunciato, rispettivamente, un 31enne italiano, positivo all’alcol test con un valore di 0,96 g/l e un 25enne italiano, che si era invece rifiutato di sottoporsi alla prova dell’etilometro. 

I Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna, in occasione delle festività di questi giorni, hanno potenziato i controlli alla circolazione stradale, con particolare riferimento alla prevenzione e al contrasto dei comportamenti che provocano gli incidenti stradali, tra cui la velocità eccessiva, le distrazioni al volante, la mancata distanza di sicurezza e la guida sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti.

Dal Comando Provinciale Carabinieri Bologna

Corso organizzato dalla Pubblica di Vado per ‘scoprire le risposte a tante domande di primo soccorso’

 Lunedì prossimo, 7 novembre, alle 20, l’appuntamento di presentazione

 

di Roberto Brusori

 

Un corso per essere pronti ad ogni evenienza, per dare risposta a tante domande e per essere capaci di risolvere situazioni di emergenza dalle più banali a quelle  gravi, si terrà presso la Pubblica Assistenza di Vado.

Docenti tecnico pratici, i volontari e i professionisti del soccorso locale, portatori di una esperienza acquisita  nell’affrontare e  risolvere  tutte quelle situazioni che  richiedono l’intervento del 118.

Il Corso è  rivolto a tutti coloro che vogliono essere preparati ad affrontare in modo adeguato situazioni impegnative che possono capitare a sé stessi  e agli altri. Inoltre  riallaccia il filo preparatorio che la pandemia ha  forzatamente interrotto  da quasi due anni. 

Il primo incontro, degli otto calendarizzati tutti al lunedì,  è programmato per il prossimo, 7 novembre, alle 20, nella  sede della Pubblica Assistenza di Vado.

Coloro che parteciperanno al corso saranno preparati ad attivare  i soccorsi  nelle varie emergenze che si possono presentare come la rianimazione cardio-polmonare con tecniche teoriche, pratiche e  anche con l’uso del defibrillatore. 

I corsisti, organizzati in gruppi di lavoro, affronteranno situazioni che verranno simulate nell’ultimo appuntamento che si terrà  in Piazza a Vado: indossando ‘l’abito del soccorritore’ gli ex apprendisti, ben avviati lungo il percorso di capaci risolutori,  daranno prova della loro preparazione. 

Il corso  è  una grande opportunità per essere adeguati a risolvere situazioni difficili che possono capitare in ogni ambiente, da quello famigliare, a quello lavorativo, fino a quello ludico-sportivo. Chi poi vorrà affrontare la stimolante esperienza di volontario della Pubblica sarà sicuramente utile alla comunità in modo apprezzato e gratificante. 

 


Giovani e rischi online: la Rete ECC-Net lancia il progetto “Consumer Education”

 

Dubbio segnala: 


Nell’era digitale, i bambini e gli adolescenti  trascorrono gran parte del loro tempo online e, di conseguenza, si confrontano con i problemi dei consumatori in età sempre più precoce: dai costi imprevisti per i giochi degli app store, alle trappole per gli abbonamenti fino agli acquisti online e la condivisione dei propri dati personali. Ecco perché la Rete dei Centri Europei dei Consumatori (ECC-Net) ha ideato il progetto “Consumer Education”.

Il progetto, ideato nell’ambito dell'anno europeo della gioventù 2022, sarà presentato a tutte le scuole primarie e secondarie dell’UE cui verrà fornita una serie di materiali didattici. Lo scopo del progetto è di informare i più giovani, che rappresentano il gruppo dei consumatori più vulnerabili, su come proteggersi ed essere più consapevoli dei problemi dei consumatori.

La maggior parte dei bambini usa il proprio smartphone quotidianamente e quasi il doppio rispetto a dieci anni fa. Se da un lato, ciò ha consentito ai giovanissimi di interagire con gli altri, imparare online e divertirsi, dall’altro li ha esposti a pericoli come, la disinformazione, il cyberbullismo o l’esposizione a contenuti dannosi e illegali. 

Oltretutto - secondo uno studio della Commissione europea https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC124034 - la pandemia da COVID-19 ha peggiorato la situazione in quanto le attività principali dei bambini si sono svolte online. Per queste ragioni, nel maggio del 2022, la Commissione europea ha adottato una nuova strategia (BIK+) https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_22_2825 per assicurare che i contenuti e servizi online siano conformi all’età di chi vi accede e per garantire che ogni bambino sia protetto, autorizzato e rispettato online.

La stessa Rete ECC-Net ha affrontato casi simili che spesso hanno riguardato anche bambini di giovanissima età. Per questo, i più giovani richiedono protezione e sostegno speciali, ma anche una forma di educazione al consumo che sia adeguata alla loro età.

Per affrontare questa tendenza, perciò, gli esperti giuristi dell’ECC-Net insieme ad alcuni pedagogisti hanno preparato dei materiali informativi, educativi, gratuiti e facili da usare che si rivolgono ai bambini dai 6 anni in su. Inoltre, sono stati sviluppati sia lingua italiana che in lingua inglese, per poter essere utilizzati in varie occasioni del contesto educativo scolastico.

Nello specifico, i materiali comprendono:

  • Un video animato su Youtube https://www.youtube.com/watch?v=znDPihKj9nc in lingua inglese con i sottotitoli in lingua italiana composto da 3 episodi. Ognuno di questi è un esempio di ciò che può accadere ai giovani mentre giocano con il loro telefono cellulare. Si tratta di racconti stimolanti che motivano gli studenti a condividere le proprie esperienze l’uno con l’altro. Per animare la discussione, durante il video vengono visualizzate una serie di domande.
  • Due guide separate per insegnanti e studenti in lingua italiana e una guida di supporto in lingua italiana da usare mentre la classe sta guardando il video.
  • Due guide separate per insegnanti e studenti in lingua inglese e una guida di supporto in lingua inglese da usare mentre la classe sta guardando il video.

Attraverso questi materiali, i più giovani avranno la possibilità di comprendere maggiormente i rischi cui possono incorrere quando giocano online e di essere più consapevoli delle conseguenze delle loro attività su Internet.

Per maggiori informazioni sul progetto:  https://www.eccnet.eu/consumer-education

Va per castagne e cade procurandosi un trauma alla gamba

La donna è stata riportata in strada dal Soccorso Alpino

 

di Giulia Berni

 

È successo a Scanello di Loiano, durante la fiera di paese sulla castagna. Una 56enne di Crevalcore  si è recata nel castagneto alla ricerca di castagne quando, per una disattenzione, ha messo male il piede e  si è procurata un trauma all'arto inferiore.

Sul target è intervenuta un squadra del Saer Rocca di Badolo che ha immobilizzato l'arto alla donna e, dopo averla posizionata su barella portantina, l'ha trasportata per circa 200 metri fino alla strada dove è stata presa in carico dall'ambulanza di Loiano.

Il tartufo dell’Emilia-Romagna, una delizia per tutte le stagioni.

Al via una campagna di comunicazione sul pregiato prodotto cui sono dedicati festival e fiere. Nove le varietà che si trovano tutto l’anno dalla pianura fino all’Appennino

 


Segnalato da Dubbio:

 

Logo, social media, calendario regionale degli appuntamenti enogastronomici e collaborazioni con ristoratori e scuole di cucina, così il tartufo si fa conoscere e apprezzare anche fuori dai confini delle singole province. L’assessore Mammi ( nella foto): “Un progetto unitario, con la partecipazione delle associazioni dei tartufai. Valorizzazione dei tanti usi in cucina e delle aree boschive.”

Bologna - Protagonista dei menù di ristoranti e buongustai e di appuntamenti enogastronomici, il tartufo dell’Emilia-Romagna ha da oggi un proprio logo di riconoscimento ed è al centro di una campagna di comunicazione della Regione per far conoscere le diverse varietà e le attività delle associazioni di tartufai.  

In tutte le province festival, degustazioni e appuntamenti valorizzano tanti aspetti della ricerca del tartufo, da quello culinario al rapporto tra cane e cercatore alle specificità di ogni territorio. Un valore riconosciuto anche dall’Unesco che nel 2021 ha dichiarato la “cerca” e la “cavatura” del tartufo in Italia Patrimonio culturale immateriale dell’umanità. In Emilia-Romagna si può andare a tartufi in tutti i periodi dell’anno e la continuità della stagione è proprio una delle caratteristiche su cui punta la campagna di comunicazione.  

“Il tartufo è un ambasciatore per la promozione di luoghi e prodotti tipici- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi-. E poi bisogna parlare di tartufi, al plurale. Sotto il nostro marchio territoriale abbiamo varietà disponibili durante tutto l'anno, a cui sono dedicati appuntamenti che spesso fanno record di visitatori ed espositori.  II progetto che abbiamo pensato stringe legami tra le divere realtà provinciali e le associazioni forti delle loro tradizioni”.  “L’obiettivo- chiude Mammi- è valorizzare la filiera e fare ricerca e sperimentazione alimentare con le scuole e gli Istituti per incentivare il tartufo nella ristorazione”.

Il progetto, della durata triennale, è promosso e sostenuto dalla Regione, con un finanziamento di 100 mila euro, e sarà realizzato in collaborazione con le associazioni dei tartufai, per diffondere la conoscenza delle diverse specie e varietà tartufigene, il loro impiego in cucina e favorire il coordinamento tra i diversi eventi locali di promozione del consumo del tartufo fresco

La campagna di comunicazione

“Il tartufo dell’Emilia-Romagna, una delizia per tutte le stagioni” prevede in aggiunta al logo, che renderà riconoscibili e unitarie le azioni promozionali e gli appuntamenti dedicati, un depliant, disponibile nei punti informativi di Comuni, Unioni montane, associazioni,  che illustra le 9 varianti del tartufo in regione: dal nero pregiato al bianco pregiato, al nero invernale, a quello moscato, all’estivo (lo scorzone), fino all’uncinato e al bianchetto, e poi ancora il nero liscio e il nero ordinario.

Tra le attività di comunicazione, dai social media alla carta stampata fino agli eventi enogastronomici in tutte le province, nel corso del 2023 saranno sviluppate collaborazioni con i ristoratori specializzati, le Scuole di cucina e gli Istituti alberghieri dell’Emilia-Romagna per far conoscere sempre meglio caratteristiche e potenzialità del tartufo e i suoi impieghi in cucina.

Tutti i materiali (cartoline, calendari, manifesti) e i contenuti multimediali in rete e sui social, sono finalizzati a promuovere sia i singoli eventi che il calendario annuale regionale degli eventi “Emilia-Romagna – regione del tartufo.

domenica 30 ottobre 2022

Covid: duemila casi e cinque morti in Emilia-Romagna

Lieve crescita dei ricoveri, in calo i positivi attivi

Altri 2.055 nuovi positivi si registrano in Emilia-Romagna su 8.645 tamponi fatti nelle ultime 24 ore.

Lieve crescita, nel bollettino quotidiano della pandemia, per i pazienti in terapia intensiva (35, +2), e negli altri reparti Covid (1.122, +1,4%) I casi attivi scendono a 36.408 (-1.655), il 96,8% del totale in isolamento a casa con sintomi lievi o asintomatici, mentre i guariti sono 3.705 in più.

I morti sono cinque: un uomo di 89 anni nel Parmense, un 75enne in provincia di Modena, una 60enne a Bologna, un 74enne a Ravenna e un 94enne a Forlì. (ANSA).

Motociclista cade in una scarpata a Sabbioni: trasportato d'urgenza al Maggiore di Bologna

 Ancora all’opera i tecnici del Saer stazione Rocca di Badolo

 

di Giulia Berni

 

Oggi, domenica 30 ottobre, intorno alle 9, un motociclista è uscito  di strada ed è finito in una scarpata  mentre percorreva la statale della Futa all’altezza di Sabbioni di Loiano. Immediato l’allarme e la centrale operativa del 118 ha attivato i tecnici del Soccorso Alpino Rocca di Badolo che, unitamente ai Vigili del Fuoco di Monghidoro e Pianoro e alla Croce Rossa di Loiano, hanno provveduto a portare aiuto all’infortunato, un 41enne di  Bologna.

Per il recupero e il trasporto in ospedale è stato attivato Elipavullo che ha issato a bordo il ferito con l’utilizzo del verricello. Il recupero è avvenuto dopo le prime cure portate dai medici e l’apporto dei tecnici dell'elisoccorso. Una volta sull’elicottero l’uomo è stato trasportato urgentemente all'ospedale Maggiore di Bologna.



Allerta smog in tutta la regione

 Scattate le misure emergenziali anche a Ferrara, Bologna, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini

 

Prorogata l’allerta smog nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena e sono entrate in vigore le misure emergenziali per la qualità dell’aria anche nei comuni delle province di Ferrara, Bologna, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.

Le limitazioni alla circolazione per i veicoli più inquinanti (fino a diesel euro 4) nei comuni PAIR e gli altri provvedimenti emergenziali e i saranno attivi in tutta la regione e rimarranno tali fino a lunedì 31 ottobre incluso, giorno di controllo e di emissione del nuovo Bollettino Liberiamolaria.

Misure emergenziali previste dal piano Aria: 

 


Il problema ' sovraindebitamento' affrontato in un convegno

 

Rete Civica Progetto Emilia-Romagna e il Consigliere regionale Marco Mastacchi promuovono un Convegno sul sovraindebitamento che si terrà in Sala Fanti presso l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia – Romagna in Viale Aldo Moro, 50 nella mattina di venerdì prossimo, 4 novembre, dalle 9,30 alle 13.00. 

La partecipazione è libera e aperta a tutti. 

 


Il sovraindebitamento è uno dei fenomeni socialmente più attuali e rilevanti e le prospettive di un suo aumento, a seguito anche della crisi energetica, sono realistiche e temibili.

Il convegno farà il punto sullo stato dell’arte e vuole essere un’occasione di riflessione, approfondimento e diffusione della conoscenza - tra i vari attori interessati – sugli strumenti messi a disposizione dei cittadini (consumatori, piccoli artigiani, piccoli imprenditori, professionisti, imprese agricole, famiglie) per affrontare inaspettate crisi di natura economica. 

Le conclusioni e la chiusura dei lavori saranno affidate al Prof. Stefano ZAMAGNI, docente di Economia Politica dell’Università di Bologna. 

Raccomandazioni operative per prevedere, prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni di frana e alluvione

 


Dal capo del dipartimento,  Fabrizio Curcio

La passata stagione estiva è stata caratterizzata da temperature particolarmente elevate, con valori localmente mai registrati negli anni precedenti, da un marcato deficit di precipitazioni, con scarti medi cumulati negativi che hanno superato il 50% delle medie di lungo periodo, e da estese condizioni di forte deficit idrico che hanno portato alla dichiarazione dello stato di emergenza per nove Regioni e Province autonome del nord e del centro Italia. A tale situazione, caratterizzata da una generale scarsità o assenza di precipitazioni, a partire dalla seconda decade di agosto si sono sovrapposti eventi meteorologici localmente intensi, quali l’evento che ha colpito l’isola di Stromboli, nell’arcipelago delle Eolie (Sicilia) il 12 agosto u.s., e il più recente evento che ha colpito il bacino del fiume Mise, nelle Marche centrali, il 15 settembre u.s.

Le alte temperature, in particolare nelle aree montane del territorio nazionale, hanno contribuito alla fusione del permafrost e dei ghiacciai, con conseguenze localmente gravi, come nel caso del crollo del ghiacciaio della Marmolada del 3 luglio u.s. Nel corso dell’estate trascorsa, rilevanti sono stati anche gli incendi boschivi e d’interfaccia che hanno coinvolto in modo più grave i territori delle regioni Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Calabria e Sicilia, ma che non hanno risparmiato le altre Regioni.

Le situazioni emergenziali connesse a fenomeni di alluvione e di frana indotte da fenomeni meteorologici sono il risultato della fragilità del territorio e dei fattori meteorologici e climatici che interessano il territorio nazionale. Il cambiamento climatico in atto e previsto sta già mostrando i suoi effetti, mettendo alla prova il Sistema nazionale di protezione civile.

Nella stagione estiva, e in molte zone del Paese (soprattutto al centro-sud e sul Golfo Ligure) anche nel primo bimestre dell’autunno meteorologico, talvolta fino all’inizio di novembre, quando la configurazione atmosferica sia favorevole all’innesco di condizioni di instabilità, si registrano eventi meteorologici estremamente intensi legati ai temporali; questi ultimi, pur potendosi manifestare a scale spazio-temporali molto differenti – a seconda se si tratti di fenomeni a cella singola, a “multicella” o di sistemi convettivi organizzati – sono accomunati dal distribuirsi sul territorio in modo molto irregolare, dando luogo a un ventaglio di fenomeni avversi, tipicamente fra loro concomitanti: precipitazioni molto intense, talvolta anche a carattere di piogge torrenziali, di violento nubifragio o di grandine di grandi dimensioni, frequenti e numerose fulminazioni, rinforzi impulsivi del vento, che a loro volta possono manifestarsi in forma vorticosa, con formazione di trombe marine (che in alcuni casi giungono all’impatto con le coste) e di trombe d’aria (nella nomenclatura anglosassone, tornado), o più frequentemente in forma lineare, con raffiche al suolo (nella nomenclatura meteorologica dette downburst) generalmente molto più estese, e spesso non meno intense, di quelle vorticose. Negli ultimi decenni, il contributo del riscaldamento globale di origine antropica, che ha nel bacino del Mediterraneo uno dei suoi “hot spot”, ha messo a disposizione dell’innesco di questi fenomeni un’importante dose aggiuntiva di energia, aumentando la probabilità tanto del loro sviluppo, quanto del loro manifestarsi nelle forme più intense. Eventi meteorologici a carattere così impulsivo, con la risposta altrettanto deflagrante in termini di impatti al suolo, a partire dalle alluvioni lampo, concorrono ad aggravare gli effetti dei cambiamenti climatici nel territorio nazionale, con conseguenze anche localmente molto gravi per la popolazione, le attività economiche e l’ambiente.

Il trimestre autunnale, nel contempo, è di norma il periodo dell’anno durante il quale, evidentemente nelle fasi in cui non prevalgano i blocchi anticiclonici, si avvicendano, nel loro transito sulla scena europea e mediterranea, le perturbazioni provenienti dall’Oceano Atlantico; tali estesi sistemi depressionari, raggiunto il nostro Paese, oltre a poter fare da innesco per i già descritti fenomeni temporaleschi (trovando una non banale riserva di energia nella temperatura dei nostri mari, che per inerzia termica si trovano nel periodo dell’anno in cui sono più caldi), apportano tipicamente precipitazioni diffuse, in grado quindi di interessare ampie porzioni del territorio nazionale, e sovente anche prolungate, in alcuni casi capaci di assumere anche carattere di particolare persistenza. Fenomeni di questo tipo producono effetti lungo il reticolo idrografico e i versanti dei bacini di tutte le dimensioni, con conseguente attivazione di frane superficiali e profonde, fenomeni erosivi superficiali e incanalati, nonché fenomeni idrologici e idraulici lungo la rete idrografica e nelle pianure alluvionali. Alle descritte precipitazioni, si accompagnano tipicamente fasi di ventilazione che raggiunge diffusamente intensità forti o di burrasca, quando non superiori, disponendosi inizialmente dai quadranti meridionali, per poi ruotare da quelli settentrionali nel momento in cui la perturbazione transita verso i Balcani prima di allontanarsi, con associate forti o violente mareggiate lungo le coste esposte. Lungo le coste adriatiche la fase sciroccale comporta inoltre episodi di acqua alta, anche eccezionali, nelle lagune venete e friulane.

L’inverno è, di norma, la stagione caratterizzata da irruzioni di masse d’aria di origine polare o artica, e di estrazione marittima o continentale, in base alla direzione di provenienza dei flussi atmosferici; il calo, più o meno pronunciato, delle temperature, a seconda della configurazione atmosferica, può essere associato a regimi di tempo asciutto o a situazioni perturbate, nel secondo caso con nevicate fino a quote basse o molto basse, e successivo rischio di forti gelate (ossia alla formazione di ghiaccio al suolo) nel caso in cui le temperature si mantengano al di sotto dello zero dopo le precipitazioni. Peculiari situazioni perturbate, con aria più mite in quota e inversione termica nei bassi strati, possono portare in pianura o nei fondivalle al fenomeno della “pioggia congelantesi”, o gelicidio, capace di formare al suolo lastre di ghiaccio molto lisce e trasparenti, particolarmente pericolose sia per la viabilità sia per l’incolumità dei pedoni. Negli ultimi decenni, in conseguenza del già citato riscaldamento globale, si è registrata nel nostro Paese una spiccata prevalenza di inverni complessivamente miti o molto miti rispetto alla media storica, ove tale anomalia stagionale va ovviamente intesa come dato mediato sull’intero trimestre: non sono mancati episodi di freddo intenso o di gelo, con associate nevicate anche estese e abbondanti a bassa quota, ma tipicamente concentrati in finestre di limitata durata, nell’ambito di una stagione, per il resto, più mite del normale. Le prolungate fasi di temperature superiori alle medie climatiche, a loro volta, possono avere conseguenze diverse sulle precipitazioni. Quando dovute alla persistenza di regimi anticiclonici, danno luogo a fasi invernali (talvolta interni inverni) miti e siccitosi, con anomalie termiche particolarmente pronunciate nelle località in quota, mentre in pianura e nelle valli le condizioni di inversione termica, almeno durante il ciclo notturno, favoriscono la discesa delle temperature a valori più tipicamente invernali. Quando, invece, le fasi temperate sono dovute a regimi di correnti atmosferiche dai quadranti meridionali, si accompagnano a diffuse ed abbondanti precipitazioni, a carattere liquido anche alle quote appenniniche e a quelle medio-basse alpine, capaci di innescare scenari franosi e alluvionali a larga scala, più tipici della stagione autunnale, e di produrre, nelle località in quota dell’arco alpino, nevicate di particolare abbondanza, tipicamente di neve bagnata e densa, date le temperature, con associato pericolo di valanghe di fondo, a loro volta, di neve molto pesante e bagnata, com’è più tipico della stagione primaverile, quindi ad alto potenziale distruttivo oltre che in grado di scorrere anche su pendii poco ripidi e di giungere a interessare viabilità e centri abitati.

L’elevata antropizzazione e la densità abitativa di molte aree esposte ai fenomeni citati comportano un rischio da alluvione e da frana spesso molto elevato.

Come noto, la mitigazione del rischio da frana e di alluvione indotti da forzanti meteorologiche si attua riducendo la pericolosità del fenomeno, ove possibile, e la vulnerabilità degli esposti, mediante interventi strutturali – che generalmente richiedono tempi di realizzazione lunghi – e misure non strutturali di protezione civile. Quest’ultime sono l’oggetto specifico delle presenti raccomandazioni operative.

Quali primarie attività di prevenzione non strutturale, il decreto-legislativo 1 del 2 gennaio 2018, “Codice della protezione civile”, contempla espressamente la pianificazione di protezione civile e l’allertamento del Servizio nazionale, nonché l’informazione alla popolazione e la diffusione della conoscenza e della cultura della protezione civile.

Pianificazione di protezione civile

In relazione alla pianificazione di protezione civile, si rammenta che il 6 luglio 2021 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri 30 aprile 2021 recante “Indirizzi per la predisposizione dei piani di protezione civile ai diversi livelli territoriali”. La Direttiva mira a garantire un quadro omogeneo per tutto il territorio nazionale finalizzato all’integrazione dei sistemi di protezione civile dei diversi territori. A tal proposito, è auspicabile che ogni Regione e Provincia autonoma svolga un’azione di impulso, indirizzo e supporto alle attività di aggiornamento della pianificazione di protezione civile degli Enti locali, in stretto raccordo con le Prefetture – Uffici Territoriali del Governo.

Con specifico riferimento agli effetti degli incendi boschivi e d’interfaccia, si segnalano le indicazioni fornite della citata Direttiva relativamente all’aggiornamento degli scenari di rischio e in relazione ai presidi territoriali.

Presidi territoriali

I presidi territoriali idraulici e idrogeologici, così come definiti dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri 27 febbraio 2004 recante “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”, rappresentano un efficace strumento conoscitivo da integrarsi con i sistemi di monitoraggio e di allertamento, regionale e nazionale, per i rischi idrogeologico e idraulico; in particolare nelle more della realizzazione di efficaci ed efficienti interventi strutturali di mitigazione del rischio.

Per i presidi territoriali idraulici, si rimanda integralmente ai contenuti della citata Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2004, in particolare per gli obblighi in capo alle Regioni, e alle procedure descritte con riguardo alla “osservazione e controllo dello stato delle arginature, se presenti, e ricognizione delle aree potenzialmente inondabili, soprattutto nei punti definiti preventivamente “idraulicamente critici”, anche al fine di rilevare situazioni di impedimento al libero deflusso delle acque”.
Tali “punti critici” dovranno essere al più presto verificati in funzione delle modificate condizioni dei bacini sottesi nei quali si siano sviluppati incendi boschivi o eventi pregressi.

Considerata l’attuale limitata prevedibilità dei fenomeni franosi, ed in particolare da quelli prodotti da precipitazioni intense, persistenti o prolungate, o da altri fenomeni meteorologici quali ad esempio la rapida fusione della neve, le informazioni raccolte dai presidi territoriali idrogeologici devono integrarsi efficacemente con i dati raccolti dalle reti osservative, locali e territoriali, ancor più nel caso di frane monitorate per le quali siano definite soglie di allarme e conseguenti fasi operative o azioni di protezione civile.

Si rammenta infine che l’attività dei presidi territoriali è particolarmente rilevante per l’individuazione e la sorveglianza di condizioni di criticità locali, nonché per fronteggiare la maggiore suscettività al dissesto dei versanti e dei bacini soggiacenti le aree percorse dal fuoco. L’attività di presidio, se opportunamente organizzata, può altresì contribuire all’allertamento della popolazione esposta.

Sistema di allertamento

Si rammenta che il decreto-legislativo 1 del 2 gennaio 2018, “Codice della protezione civile”, contempla fra le attività non strutturali di protezione civile, al comma 4, dell’art 2, quelle connesse all’allertamento del Servizio nazionale, articolato in attività di preannuncio in termini probabilistici, ove possibile sulla base delle conoscenze disponibili, di monitoraggio e di sorveglianza in tempo reale degli eventi e delle conseguenti evoluzioni degli scenari di rischio.

A tal riguardo, si rimarca l’importanza della piena operatività dei Centri funzionali decentrati attivi presso le Regioni e le Province autonome, secondo quanto previsto dalla citata Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2004, nonché l’importanza di garantire – in particolare durante le allerte “meteo-idro” l’attivazione H24 delle Sale operative regionali di protezione civile, al fine di garantire, il necessario e costante flusso informativo con le Autorità locali, fornire, a questo Dipartimento, il quadro aggiornato e tempestivo delle situazioni che possono manifestarsi nel corso di un evento, nonché l’aggiornamento della situazione meteo-idrologica e idraulica, in atto e prevista.

È altrettanto importante che i Comuni recepiscano la messaggistica di allertamento per la tempestiva attivazione delle conseguenti misure di protezione civile, inclusa l’informazione alla popolazione.

Procedure di attivazione

Ove la risposta del Servizio nazionale di protezione civile dovesse concretizzarsi in un’attivazione delle componenti e strutture operative, in fase di allerta o per situazioni di emergenza in atto, è necessario che ciò avvenga in modo tempestivo e coordinato attraverso la pronta attivazione dei centri di coordinamento, in attuazione degli indirizzi già emanati con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 dicembre 2008 recante “Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze”. A tal fine, è necessario che le Prefetture-UTG e le diverse strutture operative in indirizzo, che operano sul territorio, condividano, tempestivamente, con le Regioni e le Province autonome ogni rilevante informazione sulle criticità in atto, e che venga mantenuto un costante raccordo informativo sul territorio e con questo Dipartimento per il tramite della Sala Situazione Italia.

Parimenti, si sottolinea l’esigenza che i Centri funzionali decentrati attivi presso le Regioni e le Province autonome, e le Sale operative regionali provvedano a una verifica delle procedure di attivazione delle diverse componenti del Servizio di protezione civile di ciascuna Regione o Provincia autonoma, ponendo particolare attenzione alla tempestiva diffusione di notizie e segnalazioni di criticità, e all’interscambio di informazioni e di dati tra i diversi Enti territoriali coinvolti, nonché alla comunicazione e al costante raccordo con questo Dipartimento. Detto raccordo dovrà realizzarsi (i) con il Centro funzionale centrale, relativamente a valutazioni tecniche riguardanti fenomeni meteo-idrologici e le condizioni di rischio da frana e da alluvione, e (ii) con la Sala Situazione Italia, relativamente alle situazioni, potenziali o in atto, di pericolo per la popolazione e per il sistema infrastrutturale, mettendo altresì in evidenza le iniziative poste in essere e le possibili criticità del sistema di risposta, al fine della eventuale richiesta di concorso di risorse esterne.

Si invitano, inoltre, le Regioni e le Province autonome a dare attuazione alla Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni, attuata in Italia con il decreto-legislativo 23 febbraio 2010, n. 49, con la finalità di istituire un quadro di riferimento comune per la valutazione e la gestione dei rischi di alluvione, con particolare attenzione alle misure relative alla previsione delle piene e al sistema di allertamento, alla pianificazione di protezione civile e all’informazione alla popolazione; misure che da anni – e anche nel corso del 2022 – sono state oggetto di appositi incontri finalizzati ad affrontare la soluzione delle criticità esistenti in modo coordinato con le Autorità di bacino distrettuale e con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Comunicazione e informazione alla popolazione

Il citato decreto-legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018, “Codice della protezione civile”, ha ridefinito la partecipazione dei cittadini alle attività di protezione civile. Oggi, i cittadini prendono parte ancor più attivamente al Servizio nazionale di protezione civile aderendo al volontariato di protezione civile, favorendo la cura e la tutela dell’ambiente, informandosi riguardo ai rischi presenti sul territorio e adottando comportamenti corretti in caso di situazione di pericolo, potenziale o conclamato. Inoltre, il “Codice della protezione civile” introduce lo strumento della pianificazione partecipata che consente all’Amministrazione di avviare un percorso di confronto organizzato con la popolazione in fase di redazione o aggiornamento del Piano di protezione civile.

Relativamente ai rischi oggetto delle presenti raccomandazioni, già nel 2016, con le “Indicazioni operative per l'omogeneizzazione dei messaggi di allertamento e delle relative Fasi operative per rischio meteo-idro”, si è voluto dare impulso a un percorso di omogeneizzazione dei “codici colore” e delle “fasi operative”, affinché il Servizio nazionale di protezione civile parlasse, soprattutto ai cittadini e più generalmente ai soggetti che operano sul territorio, in modo chiaro e comprensibile. Nell’ambito di tale percorso, sul sito del Dipartimento della protezione civile sono state pubblicate: (i) la pagina “Rischio meteo-idro – L’allertamento”, raggiungibile all’indirizzo https://rischi.protezionecivile.gov.it/it/meteo-idro/allertamento, nella quale sono riportati il più recente Bollettino di criticità nazionale contenente le allerte in corso, e il più recente Bollettino di vigilanza meteorologica nazionale. I bollettini, di criticità e di vigilanza, sono rappresentati su mappe navigabili; ii) la pagina “Allertamento meteo-idro”, raggiungibile all’indirizzo https://rischi.protezionecivile.gov.it/it/meteo-idro/allertamento-meteo…, che raccoglie i link alle pagine web dove sono pubblicati i bollettini giornalieri di vigilanza, di criticità e i messaggi di allertamento di competenza  regionale e provinciale; e (iii) la pagina “Piattaforma radar”, raggiungibile all’indirizzo https://mappe.protezionecivile.gov.it/it/mappe-rischi/piattaforma-radar, che consente di visualizzare, su scala nazionale, i fenomeni in corso e quelli registrati nelle ultime 24 ore attraverso  l’elaborazione in tempo reale di dati provenienti dalla rete radar nazionale, dalla rete delle stazioni pluviometriche e termometriche, da acquisizioni satellitari e dalla rete delle fulminazioni. Infine, la sezione “Sei preparato” del sito del Dipartimento, raggiungile all’indirizzo https://rischi.protezionecivile.gov.it/it/meteo-idro/sei-preparato ed esplicitamente rivolta al cittadino, suggerisce norme di comportamento da adottare per diversi rischi, fra i quali i rischi-meteo idrologici.

Si raccomanda di rendere allo stesso modo facilmente raggiungibili e fruibili i bollettini e le allerte emessi dalle Regioni e Province autonome, ciascuna per il territorio di propria competenza, dando risalto ai prodotti e alle informazioni disponibili nei rispettivi siti istituzionali, in particolare in presenza di allerte. In questi casi è auspicabile prevedere una comunicazione integrata sui diversi canali istituzionali (quali sito internet, profili social, messaggistica) delle Regioni e Province autonome, nonché del competente Centro funzionale decentrato. Nel comunicare una allerta (per esempio attraverso un comunicato stampa) è opportuno utilizzare un linguaggio semplice, immediato e standardizzato, rispettando criteri precedentemente stabiliti e concordati tra la Regione o la Provincia autonoma e il competente Centro funzionale decentrato; ciò per garantire la correttezza tecnica delle informazioni diramate. Nei periodi in cui non è prevista alcuna allerta, è auspicabile ribadire alla popolazione il funzionamento del sistema di allertamento e il ruolo di ciascun attore istituzionale (Regione o Province autonoma, Centro funzionale decentrato, Comune), oppure ricordare norme di comportamento o contatti utili (quali numeri verdi) in caso si verifichi un evento critico. Per la diffusione di questa tipologia di contenuti si consiglia l’utilizzo dei canali social istituzionali.

Infine, come è noto, nei giorni 15 e 16 ottobre si è svolta la campagna informativa “Io non rischio”, con il coinvolgimento di volontari di protezione civile formati che, in circa 600 piazze, hanno illustrato i rischi presenti sul territorio e spiegato le norme di comportamento da adottare in caso di emergenza. I materiali utilizzati per la campagna 2022, e in particolare quelli relativi al rischio da “alluvione” – consultabili all’indirizzo https://iononrischio.protezionecivile.it/it/rischi/alluvione – costituiscono un riferimento utile sulle azioni da intraprendere per ridurre l’esposizione ai fenomeni alluvionali, affidabile e non oneroso che si suggerisce alle Regione e Province autonome di considerare per le attività connesse all’informazione della popolazione.

Si confida nella consueta attivazione delle presenti raccomandazioni oltre che della diffusione in ambito territoriale.

Luca Paci è stato confermato segretario generale regionale del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia ( Siulp )

 Promossi dal Siulp si sono svolti la XXIII edizione del Premio Letterario Franco Fedeli e  il IX congresso del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia che ha portato all'elezione del nuovo segretario regionale



di Maria Elena Mele

 

Il fenomeno delle baby gang, la solidarietà alla collega di Napoli aggredita e l’elezione del nuovo segretario regionale. Sono alcuni temi trattati dal Siulp, Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, nel corso della XXIII edizione del Premio Franco Fedeli, dal titolo “Il fenomeno delle baby gang. Recrudescenza della violenza giovanile dopo la pandemia”; riconoscimento che è stato vinto da Gian Andrea Cerone con il libro “Le notti senza sonno”.

Al workshop successivo alla premiazione erano presenti, tra gli altri, il questore di Bologna, Isabella Fusiello, il vicecapo della Polizia, Vittorio Rizzi, il segretario nazionale del Siulp, Felice Romano e il segretario della Cisl Emilia-Romagna, Filippo Pieri.

Nel corso della sua relazione, Vittorio Rizzi, ha spiegato che “la denominazione baby gang non è più una denominazione corretta, anche la comunità di Polizia internazionale parla di gang giovanili che meglio declinano questo fenomeno”. Lo stesso vicecapo ha parlato del recente report realizzato dal Dipartimento della Pubblica sicurezza. Secondo Felice Romano "chiunque immagini di sconfiggere certi fenomeni solo

 con la repressione ha già perso, perché è invece

 necessario agire soprattutto su prevenzione, formazione

 e informazione, dando ai giovani esempi virtuosi". 

Nel corso della mattinata di lavori è stato consegnato anche il premio speciale “Rita Parisi” a Maurizio Careddu, autore di “Mare Fuori”.



La giornata è proseguita con il IX congresso per l’elezione del nuovo segretario generale regionale, è stato confermato Luca Paci. Alla segreteria invece è sono stati eletti Roberto Butelli, Roberto Galeotti, Herrol Benedetti, Pietro Marotti, Monica Staurenchi, Stefano Parziale, Romeo De Gennaro, Francesco Sardelli, Alessandro Capicciola a Aldo Aragiusto. Prima dell’apertura dei lavori i delegati del sindacato hanno espresso la propria vicinanza e solidarietà alla collega di Napoli che è stata aggredita nei giorni scorsi.

sabato 29 ottobre 2022

Covid: Emilia Romagna, altri 2.425 casi, stabili ricoveri in intensiva

 In regione si contano ancora sei morti


In Emilia-Romagna sono 2.425 i nuovi casi di Coronavirus su un totale di 12.352 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 5.030 molecolari e 7.322 test antigenici rapidi.

Si registrano 6 decessi, alcuni dei quali riferiti ai giorni scorsi.

I casi attivi, sono 38.063 (-938). Di questi, le persone in isolamento a casa, sono complessivamente 36.924 (-921), il 97% del totale. I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive sono 33, invariati rispetto a ieri, per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 1.106 (-17 rispetto a ieri, -1,5%). (ANSA).