Il centro d'accoglienza |
E'
stata inaugurata oggi la sede del "Polo sperimentale di
formazione e accoglienza per richiedenti asilo" di Lama di Reno.
La struttura, ricavata dalla villa dirigenziale dell'ex cartiera di
Lama di Reno adattata per ospitare i futuri 'apprendisti' e i
laboratori didattici , ospiterà 14 - 18 aspiranti operatori,
selezionati fra quelli ospitati nei centri di accoglienza di Bologna
e le attrezzature per operare.
Il
progetto, promosso dalla cooperativa Lai-momo e da Ethical
Fashion Initiative (EFI) dell’agenzia della Nazioni Unite
“International Trade Centre”,
si propone di offrire una opportunità di formazione laboratoriale
nel settore della
moda e avviare
un’esperienza produttiva, integrando ai servizi di accoglienza a
rifugiati e richiedenti asilo anche percorsi di qualificazione
professionale e occasioni di impiego in Italia e, in caso di volontà
di rientro, nei paesi di origine, dove il programma EFI delle Nazioni
Unite ha in corso differenti produzioni.
La
nuova struttura e le sue finalità sono state presentate dai
rappresentanti di tutti gli enti coinvolti, in particolare dal
presidente della cooperativa Lai-momo Andrea Marchesini il quale ha
raccontato come l'idea sia nata da una esperienza avviata in Africa
dove operatori del luogo preparati tramite un programma tecnico
pratico hanno poi soddisfatto commesse di stilisti europei. Il
motivo sociale trainante era quello di assicurare ai lavoratori ' una
equa retribuzione', poi seguito dall'idea di affidare agli studenti
apprendisti la sfilata in passerella con i modelli da loro realizzati
che ha riscosso un tale successo da far ritenere di avere trovato una
interessantissima via operativa. Il presidente ha poi sottolineato
come il modello ' è solo una goccia nel grande mare di necessità' e
come l'operazione ha anche il fine di preparare ragazzi che potranno
tornare in Africa e divenire capaci e preparati micro-imprenditori.
Marchesini ha toccato anche il problema di come l'operazione trovi
giudizi a volte pesanti perchè ritenuta una ingiusta presenza in una
realtà che non offre certamente molte occasioni di lavoro. Ha
rimarcato come l'arrivo abbia invece offerto lavoro a 4 residenti,
già assunti' e come si vogliano riqualificare gli spazi sportivi di
Lama di Reno per incrementare , anche tramite lo sport, le occasioni
di reciproca conoscenza fra la comunità di Lama e gli ospiti e
perchè no, pensare ai 'mondiali antirazzisti'.
La
nuova presenza è stata apprezzata dal sindaco di Marzabotto Romano
Franchi il quale, dopo aver sottolineato che il Comune non è
onerosamente stato impegnato, ha detto: “Qui si va oltre
l'accoglienza. Si cerca di dare un mestiere e che ciò avverrà a
Marzabotto ci fa molto piacere. Le risorse qui destinate non possono
essere utilizzate in altro modo. Dobbiamo conoscerci per camminare
insieme nel rispetto delle regole”. Ha poi fatto notare come la
nuova presenza si integri nel programma di recupero dell'intera area
industriale di Lama: “ A Marzabotto difendiamo la crescita e per
questo sosteniamo la Dismeco, anch'essa di Lama di Reno, per la quale
proprio in questi giorni è stato aperto il tavolo istituzionale in
Regione. Il fine è quello di riportare l'attività produttiva nel
polo di Lama e qualche segnale positivo c'è. Sollecitiamo anche la
conclusione della trattativa per la cessione della proprietà della
ex Burgo a una società intenzionata a presentare un progetto di
riqualificazione dell'intero polo industriale. E' questo l'unico modo
per rilanciare Lama di Reno”.
Alcune
note di presentazione degli organizzatori:
La
Summer School, dal titolo "Migrazioni forzate e asilo: un
approccio multidisciplinare", i cui lavori si sono svolti presso
il Centro Zonarelli a Bologna dall’11 al 15 luglio, ha coinvolto
oltre cinquanta partecipanti provenienti da diversi contesti,
italiani e internazionali, e in particolare da Giappone, Stati Uniti,
Qatar, Finlandia, Malta, Francia e Norvegia, in lezioni ed esperienze
sotto la guida di docenti di prestigiose università.
Sin
dal 2009, EFI porta grandi stilisti internazionali, come Vivienne
Westwood e Stella McCartney, a produrre parte delle loro collezioni
in Africa e ad Haiti.
Il progetto garantisce standard di lavoro etici in tutta la filiera lavorativa, che impiega principalmente donne. Attraverso il proprio lavoro e i salari giusti ricevuti, le lavoratrici e i lavoratori hanno la possibilità di accedere al sistema sanitario nazionale e di garantire l’accesso all’istruzione ai propri figli.
Il progetto garantisce standard di lavoro etici in tutta la filiera lavorativa, che impiega principalmente donne. Attraverso il proprio lavoro e i salari giusti ricevuti, le lavoratrici e i lavoratori hanno la possibilità di accedere al sistema sanitario nazionale e di garantire l’accesso all’istruzione ai propri figli.
Saranno
coinvolti nel progetto di formazione richiedenti asilo attualmente
accolti presso diverse strutture dell’area metropolitana
bolognese, selezionati in base a competenze pregresse e
motivazione. Il primo gruppo di richiedenti asilo che accederà
al percorso formativo sarà composto da persone provenienti da
Pakistan, Senegal, Bangladesh, Guinea, Burkina Faso, di età compresa
tra i 19 e i 30 anni. La maggior parte ha esperienze pregresse come
sarto nel proprio Paese di origine o ha imparato a creare prodotti di
abbigliamento durante il periodo trascorso il Libia. Tutti loro sono
accolti da alcuni mesi nel sistema di accoglienza bolognese e sono
supportati nel percorso di domanda di asilo.
Simone Cipriani (foto di V. Ventura © Lai-momo) |
Le camere |
I laboratori |
bè del resto a Marzabotto l'occupazione è a pieno regime e chi utilizza il treno lo fa per piacere
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminatutto bello.....ma io dico prima gli italiani......
RispondiEliminaBellissima iniziativa, ma in questo momento a mio avviso bisognerebbe pensare un po' di più a noi (visto anche quello che sta accadendo nel mondo). Di italiani che hanno bisogno ce ne sono molti più di quelli che crediamo, e ci sono anche qua da noi, nelle nostre zone
RispondiEliminaGrande editoriale di Andrea Cangini, in prima pagina sul Resto del Carlino online.
RispondiEliminaI ciechi siamo noi
prende posizione netta contro il multiculturalismo, contro l'invasione incontrollata,
riconosce l'impossibilità di integrare i “migranti” musulmani, e identifica i potenti che minimizzano e sdrammatizzano fin quasi a mistificare.
Questa è Marzabotto e questa è l'Amministrazione di Franchi. Al secondo mandato il primo cittadino ci ha rifilato queste due belle sorprese. 14 extracomunitari a Lama di Setta e adesso 18 a Lama di Reno. mi complimento con i soliti fenomeni intelligientoni che l'hanno votato. Con una vicesindaco così era il minimo da aspettarsi.
RispondiEliminaOttima iniziativa ma mi chiedo perchè queste "stupende" coop accreditate non le possano fare i Comuni o le Unioni dei Comuni. Cediamo territorio e strutture senza far ricadere sulla cittadinanza e sul Comune stesso nessun tipo di beneficio. L'utile della Coop che gestisce non poteva rimanere nelle tasche del Comune invece di finire nel solito sistema consociativista?
RispondiEliminaè uno scandalo e la Lama di reno si ribellerà come ha fatto con il turbogas. Torneremo in strada e diremo no a questa invasione. Siamo a malapena 1000 abitanti e ci vogliono portare qui 18 profughi, che come a sasso bivaccheranno in giro per il nostro paese. Occuperanno le panchine del centro e diventerà anche quello un luogo in cui non poter più andare. è a dir poco scandaloso
RispondiEliminaRingraziate Franchi e la Cuppi, veri promotori di questo progetto. Amici di chi arriva e senza ne arte ne parte siimpossessa della nostra civiltà, della nostra cultura e dei nostri costumi, volendoci imporre alla fine la loro religione e la loro cultura. E sopratutto dov'è il bravo Battistini sempre pronto in prima linea a schierarsi al fianco dei cittadini? Perchè nessuno ha ancora incontrato i cittadini di Lama di Reno, perchè le opposizioni non sono scese in strada dalla nostra parte?
RispondiEliminaBattistini c'è, è qui!
RispondiEliminaCaro anonimo delle 10.40, sarebbe bello partire cavalcando l'onda dell'immigrazione incontrollata senza prima aver capito cosa sta realmente succedendo, ma questa non è la politica da bar che piace a me. A me piace capire, studiare, riflettere, farmi un idea e poi espormi con quest'ultima!
Non sono mai stato interpellato né dalla giunta né dell'amministrazione tutta. Il consiglio Comunale non è stato chiamato ad esprimere né un idea né un opinione.
Non sono state indette commissioni, ne incontri.
Pensi che ho partecipato ad un consiglio di frazione in cui il punto all'ordine del giorno era RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA BURGO (ero convinto si parlasse della solita favolina del Sindaco circa il solito soggetto presunto che vorrebbe comprare ma ancora non ha chiuso l'affare), per scoprire che in realtà si parlava del progetto accoglienza della coop Lai-momo. Pensi lei che trucchi arrivano ad usare questi (Sindaco e Presidente del Consiglio di Frazione che ritengo complice di questa amministrazione) pur di non dichiarare in maniera facile e pubblica di cosa si fosse parlato quella sera. Da quel momento ho iniziato a studiare la cosa, ho fatto diversi accessi agli atti, abbiamo incontrato la coop Lai-Momo, mi sono recato sul posto più e più volte. Ho richiesto una commissione servizi sociali competente per trattare l'argomento e mi è stata negata. In compenso è stata istituita una conferenza dei capigruppo (riunione a cui non può partecipare alcun cittadino, al contrario della commissione) che però è stata allargata ai consiglieri comunali. Alla riunione eravamo presenti io la collega dei 5 stelle Cusimano, la coop Lai-momo, il Sindaco e 8/9 consiglieri /assessori di Maggioranza (tranne il loro capogruppo). Le sembra una cosa equa? Le sembra un ambiente in cui poter affrontare temi in modo paritario? Abbiamo richiesto l'aiuto di consiglieri metropolitani, di consiglieri Regionali tant'è che da li in poi la cosa grazie al nostro intervento (di cui rivendico la patria potestà con orgoglio) è stata diffusa e diramata in tutta la vallata del Reno e del Setta. Ai cittadini è stata messa sotto il naso la verità di cosa stava succedendo loro e alla loro frazione. Abbiamo iniziato ad incontrare alcuni di loro, abbiamo parlato a lungo con altri. Abbiamo scaricato visure camerali, abbiamo analizzato i conti della cooperativa che li gestisce, abbiamo visto come in pochi anni gli utili così come i fatturati di questa coop siano triplicati in maniera sproporzionata! Abbiamo attivato e messo in moto una vera macchina di INFORMAZIONE trasparente, tanto da aver costretto in modo indiretto il Sindaco ad uscire con un comunicato schifezza, palesemente falsato in ogni suo punto, che tentasse di dare qualche informazione maggiore alla gente estraniata dall'arrivo di ste persone.
CONTINUA.....
Cosa vuole che le dica, noi ce la stiamo mettendo tutta. Oggi come oggi stiamo cercando di raggruppare tutti i nostri concittadini e anche tutti quelli dell'Appennino per una manifestazione pacifica indetta dal movimento Appennino Tricolore, volta a palesare il malessere nei confronti di questa politica sull'immigrazione, nei confronti di chi si poteva imporre e dire NO ai profughi a Lama di Reno!
RispondiEliminaPer dissentire dalle scelte folli di questa amministrazione che anziché dare una mano alla nostra gente, stare dalla parte dei più deboli, dei nostri anziani, dei nostri giovani disoccupati preferisce perdere giorni e giorni per studiare progetti di inserimento al lavoro per 18 extramocunitari! Mentre ad un metro di stanza la Dismeco sta licenziando 7 persone. Ci stiamo lavorando, mi creda, con tutte le fatiche del caso. Sono e siamo oggetto di forti vessazioni ultimamente, di diffamazioni continue, di insulti e derisioni a firma dei soliti ragazzotti dei centri sociali molto vicino ad una "donna politica" del territorio, ma le prometto che non molleremo, non demorderemo. Dall'altra parte sono tanti invece i messaggi di solidarietà, di incoraggiamento e di sostengo che ci stanno arrivando, dalla Lama di Setta, a Grizzana, passando per Marzabotto e Pian di Venola per non parlare dell'appoggio di molti cittadini Vergato e di Alto Reno Terme! Siamo pronti e a breve scenderemo per le vie di Lama di Reno, nella speranza che qualcuno capisca che prima di questi ragazzi che dicono di scappare dalla guerra (cosa per altro non vera visto come molti di loro arrivano dalla costa d'avorio) esistono i nostri concittadini che combattono la loro guerra qui, a Marzabotto quotidianamente, contro la crisi e la povertà che negli ultimi anni si è abbattuta su tutto il nostro paese.
Non mettiamo la testa sotto la sabbia, non facciamo finta di che vada tutto bene. Non parliamo di integrazione quando non siamo in grado di riqualificare i nostri lavoratori.
Non parliamo di accoglienza quando in consiglio comunale così come nelle commissione si urla nei confronti di chi non la pensa allo stesso modo. La prima vera integrazione deve partire dalle piccole cose: deve partire dal sapere ascoltare l'altro e lasciargli la libertà di esprimere la propria opinione, in qualsiasi caso, qualsiasi essa sia!
Altrimenti l'eccidio ci ha insegnato davvero poco!!!
Morris Battistini
Capogruppo Consigliere Comunale
UNITI per CAMBIARE MARZABOTTO