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giovedì 31 dicembre 2009
La Finanziaria non ha dimenticato la montagna
La legge finanziaria varata nei giorni scorsi dall’esecutivo è da ritenersi la risposta più efficace alle contingenze socioeconomiche attuali. Viste le note difficoltà che da due anni affliggono l’economia mondiale, vista la crisi economica che ancora oggi purtroppo attraversa il globo come il nostro Paese, le misure prese dal ministro Tremonti sono senza alcun dubbio la strada migliore per proseguire nella ripresa che il 2010 speriamo renda ancora più concreta.
Poco più di nove miliardi di euro di giro complessivo, l’uno per cento del bilancio, quattro o cinque miliardi di spostamenti da una posta di bilancio all’altra e, soprattutto, niente tasse e un accordo con le Regioni per la Sanità che è fondamentale per stabilizzare il sistema su un patto triennale. Una scelta di fondo importante, visto che l’attuale governo ha ereditato un paese con il più alto indebitamento d’Europa, che non può permettersi altri passi falsi. Una scelta di responsabilità: fare più debiti avrebbe portato più rischi, più tassi e più tasse. La crisi - spiega il consigliere Vecchi – causa in sé un’imposta che vale tra dieci e quindici miliardi di euro. Una persona seria non fa discorsi di deficit addizionale: in questo contesto quello che abbiamo basta e avanza”.
Ottimo il provvedimento dello scudo fiscale: è di ieri la notizia del rimpatrio di 95 miliardi di euro, di cui 6 direttamente nelle casse dello Stato, che verranno investiti immediatamente nelle aziende, nelle occupazioni e nel territorio. Lo scudo fiscale è stato un successo, tanto che si è deciso di prorogarlo sino al 15 aprile prossimo, aumentando ovviamente la penale. Si prevede il recupero di altri 35 miliardi di euro.
Ma c’è dell’altro. Nella nuova finanziaria il sociale non è più solo uno slogan. Il PDL ha attivato un percorso che Vecchi definisce affascinante dal punto di vista dei principi e delle idee.” Tarpare le ali alla speculazione finanziaria e al consumo dell’ambiente e favorire le famiglie con bambini”. Molto dipenderà da quando e da come si uscirà dalla crisi economica. Ma l’Italia se la sta già lasciando alle spalle: “Il nostro paese ha dimostrato che è in grado di farcela quando a livello mondiale soffiava un forte vento di tempesta. Il sistema nel suo complesso ha tenuto e terrà, ma non è un segreto per nessuno che ci sono settori, situazioni, persone che hanno difficoltà. A questi più che a altri è rivolta oggi l’attenzione dell’esecutivo e della maggioranza.
“Siano pane e lavoro le priorità”, ha affermato qualche settimana fa l’ex ministro degli Interni Giuseppe Pisanu. Questo è l’obiettivo prioritario della finanziaria.
Fondamentale è anche la ripresa economica. A questo riguardo il consigliere Vecchi cita le parole del capogruppo PDL in commissione Lavoro al Senato Maurizio Castro, che in un’intervista al Secolo d’Italia di qualche giorno fa ha ben individuato le strade da seguire fin dagli esordi del prossimo anno: il sistema Italia ha tutte le credenziali per uscire meglio degli altri paesi dalla crisi perché, ha dichiarato Castro, “il nostro sistema competitivo è fondato sui prodotti tradizionali e con forte vocazione di export. Questo ci ha consentito di reggere, nel 2010 dovremo essere ancora più bravi e accelerare in due direzioni. Una verticale ossia completare il nostro riposizionamento nei mercati di nicchia più alti qualitativamente; aumentare, quindi, la gamma del cosiddetto lusso contemporaneo, dove lusso non indica il prezzo ma l’esclusività della storia del prodotto. Moda, arredamento, legname, enogastronomico sono tutti settori in cui abbiamo più competenza e abilità distintive. Dobbiamo essere più bravi nell’intensificare il valore di ciò che esportiamo. Abbiamo ulteriori margini di miglioramento nell’espansione sui mercati internazionali, quella che definisco direzione orizzontale. Se fino ad oggi siamo stati germanocentrici o rivolti verso gli USA, oggi dobbiamo diventare più Marco Polo e intercettare mercati nuovi – Brasile, India, Cina – che nei prossimi 50 anni sono quelli che avranno più consumi imitativi ma svilupperanno una specificità d’acquisto. Se riusciremo a penetrare in questi mercati, allora potremo anche parlare di nuovo Rinascimento”.
Come vedete, a fronte dei “becchini” del PD, che descrivono un’Italia allo sfascio, come dirigente del PDL e del territorio, pur riconoscendo le grandi difficoltà che stiamo attraversando, ritengo importante dare un messaggio di fiducia e di speranza.
Vecchi entro nello specifico scrivendo:
Che per l’agricoltura questo sia un periodo molto difficile non è una novità per nessuno; che nel 2013 l’Unione Europea ridurrà drasticamente i contributi per il settore è cosa certa e nota da tempo: quest’anno il Governo ha giustamente inserito nella Finanziaria risorse per 1,15 miliardi di euro. Il piano strategico anticrisi del Popolo della Libertà ha risposto prontamente alle richieste del mondo agricolo, inserendo in finanziaria il 70% dei finanziamenti richiesti dagli agricoltori; visto il difficile momento economico, di più non si poteva fare. È stato concesso il fondo di solidarietà nazionale di 877 milioni di euro, quello per l’accesso al credito di 20 milioni, i 10 milioni per la stagionatura del formaggio e gli altrettanti
Come vice coordinatore regionale del PdL, sono consapevole che questi provvedimenti arrivano su un settore che attraversa una crisi senza precedenti, avendo perso circa 2 miliardi di euro negli ultimi 5 anni. Il reddito reale per lavoratore agricolo, inoltre, secondo Eurostat, nel 2009 si è ridotto del 25,3% sull’anno precedente. Quest’ultimo dato è l’effetto diretto del crollo dei prezzi all’origine, scesi dell’11% (a novembre, sul 2008) per il mercato dei cereali, rileva l’Ismea (-22% frumento duro; -14% frumento tenero; -15% la frutta; -8,4% l’olio d’oliva; -5% il latte). La forbice con i costi di produzione è sempre più larga: questi ultimi sono aumentati del 25,8% rispetto al
Ora la vera partita si sposta a Bruxelles e sono certo che il Governo adempirà ai suoi obblighi, presentando un’idea strutturata di sostegno per il settore agricolo.
Alberto Vecchi
consigliere regionale PdL
vice coordinatore regionale Emilia-Romagna del PdL
mercoledì 30 dicembre 2009
Primo Monari appiedato dal fiume Reno
Fra i disastri che ha prodotto la piena del fiume Reno per l’improvviso scioglimento delle abbondanti nevi sull’Appennino vi è anche l’isolamento della casa di Primo Monari. Le acque del fiume disegnano una curva proprio all’altezza della strada che porta alla casa dell’uomo e il grande volume del liquido che ha riempito il letto del fiume nei giorni scorsi ha eroso completamente, sfondandola, la parete su cui si trovava la strada. L’uomo risiede con la moglie Tesfa Michel Asmerit di origine eritrea in via Chiù in località Borghetti e dal momento del disastro è costretto, per raggiungere la comunale, ad attraversare a piedi i campi del vicino. Per questo percorso deve indossare due alti stivali per non affondare nella melma e a caricarsi giornalmente di ogni prodotto che ha acquistato. “Mia moglie si è trasferita a Bologna da un’amica che l’ha ospitata” ha precisato. “. Io mantengo una presenza nella casa per non lasciare tutto abbandonato. Sono anche senza telefono poiché la piena, oltre ad aver trascinato nel fiume alcune piante secolari di alto fusto, ha preso con sé anche un palo del telefono interrompendo la comunicazione. Sono completamente isolato”, lamenta Monari che poi un po’ scherzando e un po’ nel tentativo di sdrammatizzare aggiunge, “se debbo vivere con gli anfibi almeno avessi quelli del ‘gatto degli stivali’ potrei fare passi lunghi superando i tratti melmosi invece di dover camminare appesantito dal fango”. Monari spiega poi di non essere alla prima esperienza di isolamento: “Lo scorso anno è successa la stessa cosa e anche allora si arrivò alla perdita della strada. Grazie alla benevolenza del mio vicino che ha acconsentito, si è potuta collocare la strada più a monte, a mie spese. Non credo però che accetterà di diminuire la superficie del suo campo ad ogni piena per permettere la realizzazione di una nuova strada. Mi aspetto un intervento risolutivo da parte degli enti pubblici che possa assicurami l’accessibilità alla casa in modo definitivo”. Il sindaco di Sasso Marconi Stefano Mazzetti, dopo aver precisato che la situazione dell’uomo è ben nota, ha chiarito: “La strada è classificata privata collocata su un’area golenale. Il tema quindi non è di competenza del Comune. Abbiamo comunque già attivato gli uffici comunali perché si facciano portatori verso la Regione delle esigenze di Monari e verso il confinante perché agevoli se possibile la soluzione del problema”.
Frana a San Benedetto Val di Sambro
Una frana interrompe in entrambi i sensi di marcia la viabilità sulla comunale che congiunge Madonna dei Fornelli con Montefredente. Coloro che trovavano in questa arteria la via più breve per i loro spostamenti sono ora costretti a ripiegare su percorsi ben più impegnativi e che richiedono tempi molto più ampi. L’interruzione non è di poco conto poiché la strada è un collegamento non secondario,di cui già si sente la mancanza. “All’origine dello smottamento”, denunciano il coordinatore comunale del PdL Gisberto Benassi e il consigliere regionale, nonché vice-coordinatore Regionale del PdL, Alberto Vecchi “l’incuria da parte dell’Amministrazione comunale e la totale mancanza di controllo sui lavori di allargamento della strada, lavori interrotti da circa un anno, che hanno generato una situazione precaria che ha portato al cedimento del terreno”. La ditta appaltatrice si sarebbe trovata in difficoltà, precisa Benassi, per cui sarebbe stata costretta a sospendere i lavori in attesa dei chiarimenti necessari. “I lavori attuati per la realizzazione di una palizzata a monte della frana e la chiusura a monte del sottopasso dove scorre un fosso proprio in quel punto”, sostiene ancora Benassi, “hanno costretto il flusso di pioggia di questi giorni a un tragitto incontrollato che ha trovato sulla frana lo sfogo. Questo passaggio ha generato lo smottamento. E per questo,” concludono Benassi e Vecchi, “il Comune deve intervenire immediatamente per ripristinare la situazione e soprattutto rimediare alle sue negligenze dettate dal mancato controllo nell’esecuzione dei lavori. L’amministrazione era ben al corrente dello stato di abbandono dei lavori e non si è attivata per il ripristino del fosso sopra strada che è stata la causa principale dell’esondazione e conseguente crollo del manto stradale”.
Capodanno con gli Etruschi
Il museo etrusco di Marzabotto invita a brindate al nuovo anno in compagnia dei lavori lasciati dai nostri predecessori. L’iniziativa è della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna che precisa nel suo comunicato che anche a capodanno la cultura non va in vacanza. Domani (1 Gennaio) infatti, il museo e la zona archeologica della piana di Misa a Marzabotto saranno aperti dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17.30. Gli scavi saranno visitabili dalle 8 alle 18. Per informazioni tel. 051.932353 (museo) oppure www.archeobologna.beniculturali.it
Il capodanno di Marzabotto e di Rioveggio
In chiesa a Monzuno, copia del Tondo Doni di Michelangelo
In occasione delle Festività, la chiesa parrocchiale San Giovanni Evangelista di Monzuno ospita due opere del pittore trentino-monzunese Marco Froner. Un tondo che rappresenta la Natività e una copia, fuori scala, del celebre ‘ Tondo Doni’ di Michelangelo. L'artista è stato ringraziato dal parroco don Marco Pieri e dal sindaco Marco Mastacchi i quali hanno sottolineato come i due quadri si ricollegano a importanti momenti del calendario, il Natale e la festa della Sacra Famiglia. Le opere rimarranno esposte fino al 10 gennaio.