Riceviamo e pubblichiamo:
Il Comitato No Turbogas a Lama di Reno desidera rispondere ai vari punti sollevati nel manifesto scritto e distribuito dagli ex-dipendenti della Cartiera Burgo.
® Gli ex-dipendenti Burgo scrivono:
Nei giorni scorsi i lavoratori della ex Cartiera Burgo hanno incontrato i candidati alla poltrona di Sindaco di Marzabotto (Il giorno 20/2/09 R. Franchi e il 24/2/9 Valter Cardi) Abbiamo appreso in quel incontro e rispettiamo la posizione dei candidati su:
· bonifica dell'area
· riconversione industriale
· realizzazione del progetto di polo energetico
La nostra risposta è: A noi pare che i candidati sindaci Valter Cardi e
® Gli ex-dipendenti Burgo scrivono:
Non condividiamo invece l'opera di propaganda svolta dal comitato "NOTURBOGAS" che denigra e non riconosce i risultati dei tecnici degli enti preposti. Non riconoscendo la validità delle analisi ambientali, tuttora in corso, si esclude, a priori, ogni confronto sul progetto. Progetto che noi consideriamo un'opportunità iniziale per consentire l'intera riconversione.
La nostra risposta è: Di quali risultati stiamo parlando? Il comitato non può denigrare ciò che ancora non esiste, a meno che i dati della VIA siano già disponibili e, contrariamente agli accordi, la Conferenza dei Servizi non ci abbia avvertiti della cosa. Il comitato, attraverso le proprie osservazioni ha evidenziato tutte le carenze e le inesattezze del progetto presentato. In particolare, il Comitato ha sempre sostenuto che impianti come le turbogas e, ancora peggio inceneritori, sono estremamente dannosi per la salute e per l’ambiente. Non mancano certo articoli e ricerche che possono confermare questo, basta volersi documentare. Poi chiunque è libero di accettare di farsi “inquinare a norma di legge”, ma non può costringere i propri concittadini a fare altrettanto.
® Gli ex-dipendenti Burgo scrivono:
Vogliamo ringraziare l'assessore alle AP della RER Duccio Campagnoli, l'amministrazione comunale, a partire dal sindaco E. Masetti e l'assessore alle AP Primo Gandolfi, per l'impegno e la tenacia con cui hanno seguito le vicende della cartiera Burgo, riuscendo a trovare una soluzione che garantirebbe la bonifica dell'area, la riconversione industriale e il mantenimento del nostro legittimo posto di lavoro.
La nostra risposta è: La bonifica di un’area industriale dimessa dovrebbe essere di competenza della Società che l’ha inquinata. Il Sindaco è l’autorità in grado di ingiungere a tale Società di procedere alla bonifica. Questo indipendentemente da ogni altro successivo impiego. Non si capisce perchè il Sindaco di Marzabotto non abbia ancora preso provvedimenti in tal senso. Non si capisce perchè, inoltre, un intero Comune e i Comuni limitrofi debbano sottostare al ricatto più volte enunciato: “o la turbogas o vi tenete il cimitero industriale dell’ex-Burgo per i prossimi 20 anni”.
Non comprendiamo poi perchè ci si profonda in ringraziamenti per Duccio Campagnoli, Edoardo Masetti e Primo Gandolfi per avere così tenacemente promosso quello che gli operai chiamano garanzia di bonifica dell’area, riconversione industriale e mantenimento del legittimo posto di lavoro. Della bonifica abbiamo già detto, della riconversione, beh, che dire? Coloro che ora gli operai ringraziano con tanto zelo sono gli stessi che, nella primavera del 2008, non hanno neppure preso in considerazione la richiesta di parere preventivo di fattibilità, corredata da una descrizione sintetica del progetto di 33 pagine, presentata da un imprenditore piacentino il quale avrebbe acquisito tutta l’area e l’avrebbe riconvertita dando immediatamente un lavoro a non meno di 35 persone.
Nel numero 11 del settimanale online La Stefani, è pubblicata un’intervista a Duccio Campagnoli, il quale alla domanda: “Lei avrebbe rifiutato la proposta di un altro imprenditore che voleva investire alla ex cartiera di Lama di Reno. Perchè?” ha risposto: “E’ vero, lo incontrai a margine di un convegno a Piacenza. Mi fermò per parlarmi della sua idea, voleva fare una ditta di rottamazioni. Ma io non prendo in considerazione “idee”: nessuno ha mai visto una proposta concreta, né qui, né in Comune a Marzabotto”.
Vorremmo ricordare che la richiesta di parere e la proposta di progetto fu depositata dall’imprenditore in questione al Comune di Marzabotto nel mese di Aprile 2008. Essa fu debitamente protocollata ed è agli atti. Ad essa non è mai stata data risposta. Come mai, al contrario, il Comune, la Provincia e la Regione nei confronti della Dufenergy, non solo hanno mostrato tanto interesse e spirito di collaborazione, ma hanno addirittura firmato un protocollo d’intesa prima ancora che un progetto fosse presentato? E a proposito del legittimo lavoro, vogliano rammentare a coloro che hanno redatto il volantino al quale rispondiamo, che il progetto della Dufenergy indica chiaramente un livello occupazionale di 10-15 persone altamente specializzate. Come verrebbero impiegati ora i 22 (o 27, il numero esatto non ci è chiaro) sarebbe interessante capirlo. E poi parliamo di un numero di persone estremamente esiguo a fronte dell’occupazione immediata che avrebbe garantito l’imprenditore che non è stato preso in considerazione. Estremamente esiguo per la dimensione dell’area e per la portata del progetto di una centrale come quella che vogliono realizzare: 30 tonnellate/anno di polveri secondarie che respiriamo tutti (anche gli ex-dipendenti Burgo, i loro famigliari e, soprattutto i loro figli e nipoti).
® Gli ex-dipendenti scrivono:
Vogliamo ribadire che l'area della ex cartiera deve mantenere la propria vocazione industriale quindi ogni eventuale progetto dovrà tenerne conto.
La nostra risposta è: Nessuno ha mai detto il contrario, tanto meno il Comitato che si sta impegnando a esplorare soluzioni idonee ad impiegare nuovamente l’area.
Gli ex-dipendenti Burgo scrivono:
Tutti siamo consapevoli delle ripercussioni che la crisi economica ha cominciato a creare sul mondo del lavoro, le cui conseguenze iniziali sono sotto gli occhi di tutti: aziende che chiudono, aumento della cassa integrazione, operai licenziati, impoverimento delle famiglie e del tessuto sociale ed economico del territorio. La nostra vallata ne è un esempio emblematico. Siamo quindi veramente preoccupati per il destino dell'area e del territorio. Non vediamo a breve termine la possibilità di una riconversione diversa da quella ipotizzata, abbiamo inoltre forti dubbi che si possano creare altri interessi sulla riqualificazione perchè richiederebbero ingenti finanziamenti che , stante la crisi, non pensiamo si possano trovare così facilmente.
La nostra risposta è: A maggior ragione, in una fase così grave dove diverse società a livello nazionale ed internazionale chiudono lasciando a casa centinaia (in alcuni casi migliaia) di persone, non si capisce come si possa difendere un progetto dannoso per la salute, che non crea veramente occupazione e che, soprattutto, non crea indotto. Lo dicono gli operai stessi: “Non vediamo a breve termine la possibilità di una riconversione diversa da quella ipotizzata, abbiamo inoltre forti dubbi che si possano creare altri interessi sulla riqualificazione perchè richiederebbero ingenti finanziamenti”. Tutto vero! E a maggior ragione: cosa ne facciamo dei restanti
® Gli ex-dipendenti Burgo scrivono:
Alla luce di tutto ciò chiediamo un impegno a tutti i cittadini e a tutti coloro che hanno a cuore il lavoro e l'occupazione.
La nostra risposta è: Un impegno a fare cosa? Ad accettare i danni alla salute che un impianto come la turbogas provocherà in nome del posto di lavoro di una ventina di operai?
® Gli ex-dipendenti Burgo scrivono:
Chiediamo con forza e auspichiamo che si attenda il termine della procedura di VIA, che si rendano pubblici i risultati scaturiti da questo lavoro. Noi saremo rispettosi delle risultanze siano esse negative o positive perchè, al contrario, di quanto affermano i componenti del comitato "NOTURBOGAS" noi NON vogliamo lavorare a scapito della salute di nessuno.
La nostra risposta è: Chi vuole può anche accettare dati di inquinamento “a norma di legge” ma occorre essere sufficientemente onesti e realisti e guardare in faccia la realtà! Al di là del fatto che nulla, neppure i migliori filtri, possono garantirci dalle emissioni pericolose di una centrale turbogas, dobbiamo chiederci PERCHE’ la si vuole fare! Serve veramente produrre energia in questo modo e in questo luogo? Non sarebbe più intelligente guardare alle fonti rinnovabili? E non si creerebbe più occupazione portando avanti un progetto tutto incentrato su di esse? Ma forse pochi sanno che la produzione di energia con centrali turbogas e inceneritori è il grosso business del momento. Questo è il vero modo per garantire il profitto a pochi, il lavoro a pochi e danni a salute e ambiente per tutti. Quote verdi, i CIP6, etc… Sì signori, il balzello che paghiamo sulla bolletta e che serve per finanziare i progetti per la produzione di energia da fonti rinnovabili: inceneritori o termovalorizzatori, centrali turbogas o a cogenerazione, come li vogliono chiamare per confonderci le idee, sono tutti impianti “assimilabili” alle fonti rinnovabili.
Nell’intervista a Campagnoli già citata, alla domanda:
“Assessore Campagnoli, che necessità c’era di una centrale a turbogas di questo tipo in Emilia Romagna?” la risposta è stata “Non è questo il punto. Oggi il mercato dell’energia è libero e se Dufenergy rispetta le normative ambientali può fare l’impianto e questo lo vedrà il servizio di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).”
Dobbiamo smetterla di farci prendere in giro. Dobbiamo smetterla di farci la guerra dei poveri. E’ ora che tutti capiscano che non si può strumentalizzare anche la disperazione di coloro che hanno perso o stanno perdendo il lavoro per agevolare gli interessi di pochi e che non portano reali benefici ai cittadini e al territorio.
® Gli ex-dipendenti Burgo scrivono:
DIFENDIAMO IL LAVORO
DIFENDIAMOLO INSIEME
La nostra risposta è: Su questo siamo perfettamente d’accordo. Ma facciamolo in modo intelligente e veramente sostenibile. Quindi invitiamo gli ex-dipendenti Burgo a dire insieme a noi: DIFENDIAMO IL LAVORO,
Comitato No Turbogas a Lama di Reno
è giusto che si facciano controlli, è giusto che ci si preoccupi, è giusto che si avvertano le persone, MA NON E’ GIUSTO SPAVENTARE INUTILMENTE LA POPOLAZIONE. NON E’ GIUSTO DARE PER SPACCIATA UNA INTERA COMUNITA’, PER UN IDIOZIA. NON E’ GIUSTO CREARE UN CLIMA DI TERRORE CON TITOLI ALLARMISTICI, SOLO PER SFRUTTARLO PER SECONDI FINI.
RispondiEliminaè giusto che si facciano controlli, è giusto che ci si preoccupi,MA NON E’ GIUSTO SPAVENTARE INUTILMENTE LA POPOLAZIONE. NON E’ GIUSTO DARE PER SPACCIATA UNA INTERA COMUNITA’ , PER UN IDIOZIA. NON E’ GIUSTO CREARE UN CLIMA DI TERRORE CON TITOLI ALLARMISTICI, SOLO PER SFRUTTARLO PER SECONDI FINI.
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